Seminando il ritorno
un esempio di buone pratiche all'estero
Il progetto é nato dalla richiesta delle giovani famiglie che, dopo i noti massacri, intendevano rientrare ad Osmače, un villaggio musulmano situato nelle montagne intorno a Srebrenica (Bosnia Erzegovina), a circa 970 di altitudine.
Con l’obiettivo di trovare nell'attività agricola la fonte di sostentamento del reddito familiare, i giovani rientrati hanno ripreso la coltivazione dei terreni mettendo a coltura, negli ultimi due anni, circa 13 ha di terreno a grano saraceno.
Con l’obiettivo di trovare nell'attività agricola la fonte di sostentamento del reddito familiare, i giovani rientrati hanno ripreso la coltivazione dei terreni mettendo a coltura, negli ultimi due anni, circa 13 ha di terreno a grano saraceno.
L’agricoltura rappresenta attualmente il settore in cui più verosimilmente questi giovani possono trovare opportunità di occupazione – anche per le caratteristiche ambientali dell’area di Osmače – ma la guerra che ha sconvolto il Paese dal 1992 alla fine del 1995 ancora oggi determina una serie di ostacoli nel rendere sufficientemente redditizia la produzione agricola: è mancato il passaggio di competenze tra le generazioni, estese superfici coltivabili sono state abbandonate, le attrezzature disponibili sono scarse ed obsolete, i produttori hanno scarsa preparazione tecnica e sono relativamente isolati dai flussi di fondovalle.
Le famiglie di Osmače si sono quindi rivolte ad alcune associazioni italiane presenti nell'area da molti anni, durante i quali hanno svolto attività di supporto a progetti di sviluppo rurale e di iniziative di solidarietà verso la popolazione.
Considerando i bisogni rilevati, l'associazione degli agronomi senza frontiere ha rivolto la propria azione innanzitutto alla formazione e poi alla fornitura di risorse materiali (sementi, attrezzature, input agricoli). Tutto ciò, pur mantenendo le caratteristiche di tipicità dell’agricoltura di Osmače, potrà permettere ai giovani produttori locali di valorizzare al meglio il proprio territorio, creando opportunità concrete di sviluppo economico.
Il progetto é stato sviluppato attraverso un processo partecipativo ed un attento ascolto della comunità locale e prevede la realizzazione di attività funzionali alla costituzione di una forma di aggregazione dei produttori. In particolare si occupa di:
-Formazione tecnica agronomica;
- formazione di base sull'organizzazione delle aziende agricole e sul metodo di produzione biologica, anche in collaborazione con agricoltori italiani;
- fornitura di input e attrezzature;
- supporto alla creazione di relazioni sul territorio per la trasformazione e la vendita dei prodotti.
Il progetto è stato immaginato come una prima fase utile a gettare le basi per attività future da implementare (per esempio nel settore dell’agricoltura biologica) e da riproporre anche in altre comunità, come esempio di “buona pratica” di sviluppo locale.
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