venerdì 4 ottobre 2013

Scuola Arcobaleno, 15 domande





Scuola Arcobaleno

Quindici domande 
alle amministrazioni passate e a quella attuale.










Perché rivangare una storia ormai chiusa con una pietra tombale  da 2 anni e mezzo?
Sicuramente per dare sfogo all'indignazione personale,  ma anche per un dichiarato intento "pedagogico": la vicenda descrive in modo paradigmatico come le scelte politiche e amministrative, giuste o sbagliate che siano,  incidano sulla vita quotidiana dei cittadini, nel caso specifico anche per più generazioni, con la complicità dell'indifferenza, dell'autoassolutorio "tanto sono tutti uguali", del non volersi sporcare le mani con la politica.  

Ed ecco allora le 15 domande che attendono una risposta.


  1. Perché le amministrazioni precedenti al 2008 hanno portato avanti il progetto della costruzione della nuova scuola dell'infanzia senza alcuna certezza sulla sua futura gestione?
  2. Una diversa amministrazione, ipoteticamente eletta in luogo della giunta Pedron, come avrebbe affrontato nel 2011 il problema dell'apertura della nuova scuola in assenza della prevista statalizzazione?
  3. Perché la giunta Pedron si è occupata della gestione della scuola dell'infanzia solo dopo due anni dalla sua elezione e solo a lavori quasi ultimati?
  4. La giunta Pedron si é accertata tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 dei prevedibili tempi di attesa per l'effettiva statalizzazione della nuova scuola?
  5. Nei primi mesi dell'anno 2011 esistevano ancora timori per il superamento del patto di stabilità e se si, per quali importi e per quali voci di bilancio?
  6. Perché il rischio di sforamento del patto di stabilità era nuovamente incombente, dopo il " risanamento" effettuato negli esercizi finanziari 2009 e 2010?
  7. Se non esistevano timori reali riguardo al patto di stabilità, perché é stata "alienata" la struttura appena costruita?
  8. Perché in quel periodo non é stata coinvolta la cittadinanza in una scelta così difficile e la cui ricaduta avrebbe coinvolto nel tempo addirittura diverse generazioni?
  9. Se la Giunta temeva di non rispettare il patto di stabilità per il 2011 o per gli anni successivi, perché ha deciso di alienare la nuova scuola, senza tentare la vendita di altri beni di proprietà del Comune, come l'allora sede del nido comunale di via Trieste, la "casa del medico condotto" , la vecchia sede comunale?
  10. Risponde a verità che negli anni 2010 e 2011 la casa del medico risultava ambita da costruttori locali?
  11. Perché la scuola appena costruita é stata ceduta al suo valore commerciale, senza alcun introito aggiuntivo per il Comune e senza alcuna valutazione dei costi aggiuntivi rimasti a carico dell'amministrazione comunale per gli impegni amministrativi e tecnici connessi con la realizzazione della scuola?
  12. Perché in prima battuta la giunta Pedron ha formalmente affidato l'appalto alla SPES, consiglio comunale del 3 marzo 2011, per poi decidere di ricorrere ad una gara ad evidenza pubblica, se pure con tempi e modalità ristrettissime?
  13. Perché accettando il pagamento del solo valore commerciale dell'edificio e il completamento di alcuni lavori, per altro necessari affinché SPES trasferisse nella nuova struttura anche la redditizia attività del nido, è stato concesso per 25 anni a titolo gratuito anche l'uso della superficie esterna di circa 4000 metri quadrati, restata di proprietà del Comune?
  14. Con quali meccanismi vengono calcolati annualmente i costi di gestione della struttura sulla cui base l'amministrazione si è impegnata a  versare l'integrazione dovuta contrattualmente?
  15. L'attuale retta è di € 163 mensili; questo significa che una famiglia senza agevolazioni spende in  un anno € 1.630. Calcolando che di tale cifra, almeno 700 euro sono destinati ai pasti, che sarebbero dovuti con qualunque tipo di gestione, calcolando inoltre che le agevolazioni previste per le famiglie con 2 o più figli insistano per il 10% dei costi, si può ipotizzare che la spesa media per famiglia sia di € 850 all'anno. Poiché gli alunni iscritti sono 75 e la durata dell'appalto alla ditta SPES  di 25 anni, la cifra complessivamente sborsata dalle famiglie di Mestrino ai valori attuali sarà di € 1.593.750. A tale cifra  vanno aggiunti € 75.000 che, a valori attuali, l'amministrazione versa annualmente a SPES e che nel corso dei 25 anni di vigenza contrattuale ammonteranno a € 1.875.000, provenienti in parte dal bilancio del comune  e per il 30% circa dalla Regione Veneto, cioè dalle tasche degli stessi cittadini. Un totale, quindi, tra costi individuali e pubblici, sempre a valori attuali,  di € 3.468.750.  L'alienazione ha eliminato per 25 anni la possibilità della statalizzazione, indipendentemente dall'andamento economico nazionale e dalle scelte politiche in campo scolastico dei governi futuri. E' stato un buon affare?      

1 commento:

  1. Mi spiace vedere che a distanza di alcuni giorni nessuno abbia sentito l'esigenza di rispondere a queste domande, che poi sono quelle che si pongono i cittadini di Mestrino.
    Al momento dell'inaugurazione della scuola materna io chiesi, in altro contesto, se era stato un "buon affare" e mi venne risposto da un allora (e tuttora) assessore che "la scuola funziona benissimo con grande soddisfazione dell'utenza", confondendo efficacia ed efficienza in uno slogan da campagna elettorale.
    Ecco, credo che siamo in molti a voler andare oltre gli slogan. A cercare delle risposte.
    Betta

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