Omaggio a Pola
Come vorrei, essere un albero, che sa dove nasce e dove morirà...
Con il malinconico
testo di Sergio Endrigo, che riassume in pochi versi l'amore per la propria
terra, la nostalgia e il dolore dell'esodo si è aperta venerdì scorso la serata
dedicata alla giornata del Ricordo. Endrigo appartiene alla generazione degli esuli
bambini o adolescenti che pur dopo mille difficoltà iniziali hanno conosciuto
un'altra vita, senza mai però perdere il legame profondo e indicibile col paese
di origine.
Storia molto diversa
per chi ha dovuto ricostruire una vita da adulto o da anziano, abbandonando per
sempre luoghi, affetti, abitudini.
Da quella volta non l’ho rivista più
Cosa sarà della mia città
Ho visto il mondo e mi domando se
Sarei lo stesso se fossi ancora là
Non so perché stasera penso a te
Strada fiorita della gioventù
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà
È troppo tardi per ritornare ormai
Nessuno più mi riconoscerà
La sera è un sogno che non si avvera mai
Essere un altro e invece sono io
Da quella volta non ti ho trovato più
Strada fiorita della gioventù
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà
Istriani famosi
Il lungo esodo: il quadro storico
Il confine orientale: il quadro storico
Il racconto di un esule
Bibliografia
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