Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Lettera aperta di un (forse ex) elettore PD a Renzi e ai renziani
Lettera aperta di un (forse ex) elettore PD a Renzi e ai renziani
Sono tante le cose che da diversi anni non capisco più del mio partito, ma l'ultimo anno è stato veramente difficile.
Di una sola cosa sono certo: io non ho votato per il partito che c'è adesso: molte cose continuo a condividerle, ma altrettante urtano la mia formazione, la mia logica e contrastano con la mia militanza politica, con gli ideali che ho condiviso con compagni e no.
Di una sola cosa sono certo: io non ho votato per il partito che c'è adesso: molte cose continuo a condividerle, ma altrettante urtano la mia formazione, la mia logica e contrastano con la mia militanza politica, con gli ideali che ho condiviso con compagni e no.
Qui non è questione di ritorno della democrazia cristiana: la "balena bianca", anche se in modo spesso sfuggente e variegato, era ben caratterizzata, ben visibile, ben collocata nei centri di potere. Ci potevi fare degli accordi, potevi arrivare a delle mediazioni, ma loro erano una cosa e noi un'altra.
E adesso? vabbè, mi direte, è nata la nuova "cosa": non c'è più la DC, nè il PCI, finalmente! Ma non vi eravate accorti che non c'erano più neanche prima? E' questa nuova cosa che non mi piace perchè è in mano a degli opportunisti, prontamente saltati sul carro del vincitore e quindi capaci di vendere la propria madre. Fanno da comparsa gli eterni indecisi, che giocano il ruolo dell'opposizione interna.
Quello che disturba noi elettori e militanti di base è la quasi totale assenza di discussione interna e di democrazia e faccio un esempio: chi ha mai discusso nei circoli o in assemblee cittadine, di riforma della Costituzione e di riforma elettorale? E se lo abbiamo fatto, quali sono stati i risultati concreti? Quante sono state le discussioni sul job's act e perchè nessuno di noi ha potuto dire che l'argomento lavoro era prioritario rispetto alle alchimie costituzionali. Inutile aggiungere che molti di noi sono dilaniati tra la militanza nel PD o la fedeltà elettorale da una parte e l'appartenenza sindacale. Una bella contraddizione difficile da sciogliere.
E poi ancora: qualcuno mi ha mai chiesto se era necessario fare il patto del Nazzareno?
Molti di noi, di sicura fede democratica, avrebbero detto che le riforme costituzionali si fanno mediando con tutti, ma non con lo sfregio di Berlusconi nella nostra sede! non c'erano Alfano, Verdini, il bieco Brunetta, Vendola e i "grillini"?
E venendo al merito di quello che sta per essere approvato definitivamente a nostra insaputa: noi siamo stati sempre costituzionalisti, nel senso di strenui difensori della Costituzione, carta di tutti, strumento di garanzia.
Ma il "combinato disposto" della riforma elettorale iper-maggioritaria (con liste quasi interamente definite dai vertici dei partiti) e della riduzione del Senato a camera di nominati dalla maggioranza, stravolge di fatto lo spirito della carta fondamentale.
Chi vince prende tutto: avrà, infatti, una maggioranza enorme e obbediente alla Camera e un Senato altrettanto fedele.
Chi vince prende tutto: avrà, infatti, una maggioranza enorme e obbediente alla Camera e un Senato altrettanto fedele.
Questo significa avviarsi verso la repubblica presidenziale, da noi sempre guardata con sospetto. Qualcuno potrebbe ribattere che questa è la realtà dei paesi democratici più avanzati, ma allora bisogna contestualmente rivedere il sistema dei controlli, dei pesi e dei contrappesi.
Noi, e lo rivendico con orgoglio, siamo abituati alla partecipazione, alla discussione, anche alla contestazione e poi, solo poi, al comportamento conseguente e solidale.
Le nuove regole e il nuovo modo sfuggente di fare politica ci stanno stretti.
La trasformazione genetica della nostra identità, che è cosa diversa dall'evoluzione, avvenuta sotto i nostri occhi e con la complicità di alcuni di noi ci ha tolto ogni punto di riferimento e di speranza. Alle ultime elezioni in Emilia, gli elettori e molti militanti hanno dato corpo a queste pesantissime perplessità.
La delega totale, che relega le opposizioni a esercitare un mero diritto di tribuna, forse può andare bene, anche se con qualche riserva, nei piccoli comuni dove i problemi sono di tipo pratico e molto locale. Non funziona sicuramente quando sono in gioco interessi molto ampi, regole generali, politica economica, sociale e soprattutto politica estera: in una parola la vita e il futuro di una intera nazione.
Come ci regoliamo se invece del simpatico Renzi, vince l'antipatico Salvini?
Come ci regoliamo se invece del simpatico Renzi, vince l'antipatico Salvini?
Un (forse ex) elettore PD
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