Oggi il parere di un laico, difensore della libertà religiosa: l'avv. Luigi Ficarra, nipote del Vescovo di Patti, Angelo Ficarra, (la cui vicenda é stata rievocata da Sciascia nel libro "Dalla parte degli infedeli"). L'avvocato Ficarra ha portato sino alla corte europea di Strasburgo la questione del crocefisso nelle aule scolastiche partendo dall'istanza di un genitore di Abano. La vicenda lo ha visto perdente in Italia, sia al Tar che al Consiglio di Stato, ma vittorioso a Strasburgo in primo grado. Una pilatesca sentenza di secondo grado ha poi assolto l'Italia dall'accusa di violazione dei diritti umani.
Eccolo in una lettera scritta al Mattino di Padova.
Eccolo in una lettera scritta al Mattino di Padova.
Ho letto le dichiarazioni del Sindaco Bitonci sulla presenza del simbolo
cristiano del “crocifisso” nelle Scuole, che Egli vorrebbe come obbligatorio,
con l’arrogante minaccia di <<guai>> a chi fa da ostacolo.
Il dr. Bitonci dovrebbe sapere che non ha alcun potere al riguardo. E deve
comunque tenere presente che i Decreti del 1924 e del 1928, cui si fa
riferimento nell’articolo del dr. Paduano apparso sul Mattino di oggi, intanto
potevano parlare di presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, quale
simbolo della religione cristiana, in quanto lo Statuto Albertino, allora in
vigore, dichiarava la Religione cattolica unica religione dello Stato.
Principio, questo, illiberale - oggi presente negli stati fondati su
un’ideologia religiosa (Iran, Israele, Arabia Saudita e altri) -, e
riaffermato, come noto, nel concordato fascista del 1929. Poi, con gli accordi
firmati il 18 febbraio 1984 e ratificati con legge 25.3.1985 n. 121 - detto
nuovo concordato - non si dice più, in piena coerenza col principio di laicità
dello Stato affermato negli artt. 8, 19, 33 della nostra Costituzione, che la
Religione cattolico cristiana sia la religione dello Stato. Pertanto, come
riconosciuto dalla concorde giurisprudenza e dottrina, i suddetti decreti del
’24 e del ’28 sono stati abrogati, ex art. 15 delle disposizioni sulla legge in
generale, per incompatibilità con le nuove disposizioni.
E’ inoltre da ritenere illegittima la crociata che il dr. Bitonci
vorrebbe promuovere contro altre confessioni religiose, diverse da quella
cristiana, come ad esempio la musulmana. Invero, tutte le confessioni
religiose, come tutela loro accordata, sono poste sullo stesso piano dalla
Costituzione negli artt. 8 e 19. E poi ogni crociata antireligiosa è di per sé
espressione di incultura, di paura del diverso, di arretramento e, quindi,
reazionaria.
Va ricordato che Papa Francesco
ha pregato insieme con un esponente della religione islamica e con un altro di
fede ebraica. Infatti, le tre religioni monoteistiche, Cristiana, Ebraica e
Musulmana, hanno le stesse radici, avendo in comune il libro per loro sacro, la
Bibbia, così come comune per esse è la mitologia di riferimento ad Abramo.
San Bernardo di Chiaravalle, autore della lotta contro gli infedeli, il
promotore e organizzatore della seconda crociata, che un serio studioso di
cultura cristiana ha, a mio parere giustamente, definito una grave forma di
terrorismo colonialista, forse è l’esempio cui si ispira Bitonci. In ciò
confessando la sua arretratezza culturale e l’abissale lontananza dal pensiero
cristiano di un Papa Francesco .