Le giornate mondiali
E' incredibile il numero delle giornate mondiali, indette dalle Nazioni unite e da altri organismi internazionali. Si va dalla poesia, all'acqua, alla meteorologia, le mine, la salute, le telecomunicazioni, la desertificazione, lo strato di ozono, la posta, la sanità mentale, le donne rurali, il diabete, passando per la filosofia, la tolleranza ecc. a fianco di altre più conosciute come la giornata della memoria, della gioventù e della pace.
Per lo più gusci vuoti che ogni stato, ogni organizzazione riempie come può e come sa.
Nel mese di aprile ne abbiamo già celebrato due: la prima, quella sulla
consapevolezza sull'autismo ha avuto una vasta eco, la seconda, quella sui popoli rom e sinti ha avuto un'eco più modesta, dovuta soprattutto alle stupidaggini elettorali del solito boss cicciottello, che sgomita per fare le scarpe ai suoi maestri.
Ma qualcosa è successo ugualmente, soprattutto a Roma, dove l' Associazione 21 luglio ha presentato il suo rapporto annuale , una lettura che dovrebbe diventare obbligatoria nelle scuole, nelle parrocchie, nei circoli culturali di ogni tipo. Consiglio soprattutto la descrizione del triennium horribile della giunta alemanno, quando furono eseguiti 500 sgomberi forzati e istituiti i grandi accampamenti lager, voluti dal lungimirante Maroni.
Non è che adesso si stia meglio; il clima del paese, della sua cosiddetta e sfiancante maggioranza silenziosa, complici i suoi leader sordo-parlanti, è quella tipica dei momenti di depressione, del manzoniano "dagli all'untore", coerente con l'universale principio che "un capro espiatorio è sempre meglio di una soluzione".
Approfondimenti:
I rom, capro espiatorio perfetto
Il paese dei campi (il preludio a una nuova condanna dell'Unione europea)
Gli impegni vaghi della Farnesina
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