I testi
Ecco i testi letti ieri a Mestrino, durante la manifestazione.
Una storia "minore": i partigiani SInti
Racconta Gnugo de Bar nel suo libro La
strada, patria sinta:
“Nell'aprile del 1945 c'erano i tedeschi in ritirata. Molti sinti facevano i
partigiani. Per esempio mio cugino Lucchesi Fioravante stava con la divisione
Armando, ma anche molti di noi che facevano gli spettacoli durante il giorno,
di notte andavano a portare via le armi ai tedeschi.
Mio padre e
lo zio Rus tornarono a casa nel 1945 e anche loro di notte si univano ad altri
sinti per fare le azioni contro i tedeschi nella zona del mantovano fra Breda
Salini e Rivarolo del Re (oggi Rivarolo Mantovano), dove giravano con il carro
che il nonno aveva attrezzato. Erano quasi una leggenda e la gente dei paesi li
aveva soprannominati «I Leoni di Breda Solini», forse anche per quella volta
che avevano disarmato una pattuglia dell'avanguardia tedesca.
Erano entrati
nel cuore della gente come eroi, anche per il fatto che usavano la violenza il
minimo necessario, perché fra noi sinti non è mai esistita la volontà della
guerra, l'istinto di uccidere un uomo, solo perché è un nemico. Questo lo
sapeva anche un fascista di Breda Solini che durante la Liberazione si era
barricato in casa con un arsenale di armi, minacciando di fare fuoco a chiunque
si avvicinasse o di uccidersi a sua volta facendo saltare tutta la casa: «lo mi
arrendo solo ai Leoni di Breda Salini».
Uguali di fronte alla morte, ma non dinnanzi alla storia.
Il capitano Kim, di Italo Calvino.
"Il distaccamento del Dritto:
ladruncoli, carabinieri, militi, borsaneristi, girovaghi. Gente che s'accomoda
nelle piaghe della società, e s'arrangia in mezzo alle storture, che non ha
niente da difendere e niente da cambiare. Oppure tarati fisicamente, o fissati,
o fanatici....". Gente che combatte magari per un bisogno di istintivo e
inconsapevole desiderio di riscatto, che, se capita, spara con furore, con odio
contro gli uni o contro gli altri. Dove starebbe allora, si chiede il capo
partigiano, la differenza tra lo spirito degli uni e lo spirito degli altri? La
differenza sta nella storia si risponde:
"C'è
che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro [i
fascisti]dall'altra...Da noi niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo,
pur uguale al loro...tutto servirà a liberare noi ed i nostri figli, a
costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere
cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori; perduti e
inutili anche se vincessero, perchè non fanno storia, non servono a liberare ma
a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio...."
Le parole del Presidente della Repubblica:
“la Liberazione dal nazifascismo
[costituisce l’] evento centrale della nostra storia recente”; ai Padri
costituenti non sfuggiva il forte e profondo legame tra la riconquista della
libertà, realizzata con il sacrificio di tanto sangue italiano dopo un
ventennio di dittatura e di conformismo, e la nuova democrazia. La
Costituzione, nata dalla Resistenza, ha rappresentato il capovolgimento della
concezione autoritaria, illiberale, esaltatrice della guerra, imperialista e
razzista che il fascismo aveva affermato in Italia, trovando, inizialmente,
l’opposizione – spesso repressa nel sangue – di non molti spiriti liberi.
La sofferenza, il terrore, il
senso d’ingiustizia, lo sdegno istintivo contro la barbarie di chi trucidava
civili e razziava concittadini ebrei sono stati i tratti che hanno accomunato
il popolo italiano in quel terribile periodo. Un popolo – composto di uomini,
donne e persino ragazzi, di civili e militari, di intellettuali e operai – ha
reagito anche con le armi in pugno, con la resistenza passiva nei lager in
Germania, con l’aiuto ai perseguitati, con l’assistenza ai partigiani e agli
alleati, con il rifiuto, spesso pagato a caro prezzo, di sottomettersi alla
mistica del terrore e della morte.
Ecco perché “la ricerca storica
deve continuamente svilupparsi” ma “senza pericolose equiparazioni” fra i due
campi in conflitto. Perché la Resistenza, prima che fatto politico, fu
soprattutto rivolta morale. Questo sentimento, tramandato da padre in figlio,
costituisce un patrimonio che deve permanere nella memoria collettiva del
Paese”.
Le immagini della giornata
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