Un nuovo cimitero a Mestrino?
L'antefatto: già da una settimana prima della "notte di halloween" un parco pubblico di un piccolo paese dell'hinterland padovano viene allestito con una serie di croci infisse nel prato, in preparazione della sera del 31 ottobre, predisposta dai gestori del parco e che vedrà coinvolti numerosissimi bambini e ragazzi. L'evento, patrocinato dal comune, che ha dato in gestione a privati la conduzione e l'utilizzo sociale e culturale del parco, era stato pubblicizzato anche attraverso una comunicazione diffusa nelle classi delle scuole locali.
Il fatterello, portato in consiglio comunale dalla minoranza, per altro con una breve e sobria interrogazione di qualche minuto, a fine seduta, ha provocato l'immediata eliminazione dell'allestimento, ma anche una discreta eco sul web e sulla stampa locale, sempre pronta, in mancanza di meglio, ad inseguire le minuzie se queste possono provocare interventi contrapposti, che aumentano le letture. (Qualche tempo fa é stata minuziosamente seguita la storia di un frigorifero abbandonato in un campo!)
Sulla vicenda alcuni non hanno fatto una piega o hanno apprezzato o minimizzato. Molti altri, invece, hanno reagito e si sono esposti, con motivazioni di ordine diverso:
- è un'offesa alla religione cattolica;
- è un'offesa alla sacralità della vita e della morte;
- mette in difficoltà i genitori che non sapranno cosa dire ai figli;
- non rispetta le nostre tradizioni;
- il parco viene gestito solo per fare affari;
- la scuola non doveva entrarci per nulla;
- è un'iniziativa di cattivo gusto.
Bene, io che ho presentato l'interrogazione, ritengo che solo di cattivo gusto si tratti e, in subordine, di mancanza di controllo e di una chiara indicazione culturale e di stile.
Riguardo alla cosiddetta festa di halloween, non ritengo che in essa ci sia alcunché di blasfemo, penso soltanto che sia inutile rincorrere le tradizioni altrui, quando ne abbiamo di nostre: è solo un di più commerciale che, nel caso narrato qui, è solo a vantaggio dei gestori di un parco pubblico, il cui uso dovrebbe essere ben diverso.
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