Il nuovo partito
Ormai è ufficiale: in Italia è nato un nuovo partito. Gli sforzi congiunti di Renzi, Grillo, minoranza PD, extrasinistra varia e demenza senile di Berlusconi hanno raggiunto il proprio scopo. Ormai il 60 per cento della popolazione non si sente rappresentato da nessuno: chi governa, dall'ultimo piccolo comune a palazzo Chigi, passando per quegli enti inutili che sono le regioni, lo fa per conto proprio o per conto di una minoranza. Ma le colpe non sono ripartibili in modo uguale. Andiamo con ordine.
Renzi, novello Berlusconi, sedicente interprete dell'Italia del fare, come l'altro, sta mettendo in scena, in realtà, una rappresentazione che ogni giorno si rivela sempre più effimera e parolaia.
La minoranza PD, Bersani, Cuperlo e Civati in testa, resistono, dicono loro, turandosi il naso nella pia illusione di riprendersi il partito, che però è giunto dove è giunto perchè sta rincorrendo l'anima destrorsa o l'anima femminile di quell'Italia che ama i grandi affabulatori.
L'extrasinistra insegue come sempre la scissione dell'atomo, ma, almeno li, alcuni sono coerenti e non sono saliti sul carro del vincitore di turno; il risultato finale è lo stesso: una potenza con esponente negativo.
Grillo e company: ormai il bluff è stato scoperto; quando ci sono persone che ragionano
con la propria testa: fuori con una mail.
Il prossimo? Pizarotti?
Ormai il fondo sta per essere toccato, con l'avvio della nuova sceneggiata del sorpasso a destra di Salvini su Rom e immigrazione, tentata nelle lande leghiste.
La demenza senile di Berlusconi è il risultato finale di una vita e di un impegno politico che
ha badato soltanto ai propri interessi, alle proprie aziende, ai propri lacchè e alle proprie mantenute; tracce di politica liberista nel ventennio, così, magari solo un poco per vedere l'effetto che fa: ZERO.
Se non tiene neanche il sindacato non ci rimane che risentire l'invocazione dei romani del dopoguerra: Aridatece er puzzone
Per approfondire: Istituto Cattaneo,
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