domenica 28 settembre 2014

Beppino Englaro, Rubano 26 settembre







No grazie!








Il tono sempre misurato, ma appassionato, solo a tratti leggermente più elevato quando pronunciava la frase ostinatamente ripetuta ai medici, ai giudici, ai politici durante 17 anni: no, grazie!
No grazie alle cure, le migliori cure mediche possibili, ma senza speranza, oltraggiose del corpo, della dignità e della volontà di Eluana.

Così si è presentato Beppino Englaro al folto pubblico dell'Auditorium dell'Assunta di Rubano.
Confesso che quando l'ho accolto in albergo ero percorso da un vago timore reverenziale; dopotutto Englaro è stato ed è un personaggio pubblico, un uomo dalle qualità e dalla tenacia indiscutibili, capace di tenere testa non solo ai colpi del destino, ma anche a una corporazione tempo fa inattaccabile nelle sue certezze, come quella medica, ad un corpo politico malandato, ma chiassoso e violento non solo verbalmente, ad una magistratura prima sorda e poi in lenta, lentissima evoluzione, ad una parte della chiesa, dimentica della più elementare carità cristiana. Mi sentivo appunto intimidito, ma l'imbarazzo è durato solo 30 secondi; subito dopo, la serenità, la confidenzialità, la pacatezza non artefatta di Beppino hanno messo fine ai miei timori; dopo un'ora eravamo passati al tu e alle confidenze personali.
Le sue qualità le ha mostrate come dicevo, anche durante l'affollatissimo dibattito, anche quando chi gli stava a fianco ha esternato, con molta civiltà ed eleganza qualche lieve dissenso, pur nella comprensione rispettosa delle sue posizioni e delle sue aspirazioni per il futuro. Ma le ha dimostrate soprattutto quando un provocatore di professione ha inveito apostrofando lui e tutti gli altri relatori, come falsi profeti, continuando ad urlare fuori dalla sala sino all'arrivo dei carabinieri.
"Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole" è stato il suo commento, nell'affrontare l'ennesimo sciacallo.

Eppure quest'uomo, dall'apparenza mite e fragile, ha cambiato direzione alla storia, all'approccio della medicina e della società al problema del fine vita e del rifiuto dell'accanimento terapeutico.

E' solo grazie a lui, al suo instancabile altalenare tra tribunali, convegni, dibattiti televisivi e interviste, che oggi, finalmente, con una convergenza serena di più parti, sia della medicina che della chiesa, si può serenamente pensare ad un approccio diverso, condiviso con il paziente e con i suoi familiari. 

Mirabilmente il prof. Benciolini, che non ha fatto mistero del proprio approccio di credente, ha chiarito come già adesso, attraverso i comitati etici, di cui egli presiede quello padovano, si possa accedere a scelte condivise e  meditate. I comitati possono fornire un aiuto concreto nell'orientare medici, pazienti e familiari nella comprensione delle possibili evoluzioni cliniche e nelle più difficili scelte personali. 

Certamente resta aperto il problema della decisione per chi non è più in grado di esprimere la propria volontà e le proprie inclinazioni etiche. E a questo proposito si apre il grande, irrisolto capitolo delle volontà anticipate sul fine vita e della pluriennale, ideologica, trasversale inerzia del parlamento.

Il consiglio finale di Beppino è stato quello di scrivere da subito le proprie volontà, in modo semplice e lineare e di fare autenticare il proprio scritto da un notaio. Per inciso, va detto che alcuni sindaci coraggiosi, come quello del comune di Marcon, nel veneziano, hanno instaurato informalmente un apposito registro comunale. Ma su questo torneremo successivamente.

Della serata di venerdì scorso non si può tacere l'appassionato apporto di Elisabetta Palermo, la giurista chiamata a fornire una sintesi giuridica dell'intera vicenda Englaro.  Ha letto sentenze, pronunciamenti, commenti giuridici, scavando quasi nell'anima e nei tormenti di chi le stendeva, evidenziando la progressiva, seppure lenta evoluzione della giurisprudenza in questo campo. Alla giustizia, nella quale ha sempre creduto senza forzature e senza cercare facili scorciatoie come altre famiglie,  Beppino ha rivolto come sempre il suo ringraziamento.
 Il grande assente è adesso il parlamento. 

venerdì 26 settembre 2014

Diversamente italiani..




Diversamente italiani di oggi...








Assieme a Pertini, don Milani, Enrico Berlinguer, Margherita Hack, don Pino Puglisi, Giovanni Falcone, unanimemente considerati personaggi che hanno fatto grande l'Italia, anche altri uomini e donne, come  Gino Strada e Giusi NicoliniElena Cattaneo e don Ciotti, altrettanto unanimemente, potrebbero essere considerati "diversamente italiani". 
Persone comuni, quindi non eroi, che tuttavia riescono prepotentemente ad affrancarsi  dallo stereotipo dell'italiano arruffone, interessato, dall'etica un po' approssimativa e tendenzialmente disimpegnato, così segnando la direzione (non il verso..) ad altri italiani meno noti, ma ugualmente impegnati nelle proprie diverse attività.


In questa sintetica galleria, un posto speciale spetta a Beppino Englaro, ospite questa sera dell'Associazione Storia e Vita a Rubano.

Una persona comune, un altro "non eroe", bensì un uomo lucido, coerente, lineare, tenace, capace di interloquire con tutti, amici e nemici, sereno nella propria solitaria ricerca di giustizia. Un uomo "che non si  fa tirare per la giacchetta", ma che lottando, con le sole armi della legalità,  per l'affermazione di un principio di giustizia nei confronti della propria figlia, ha aperto la strada, attraverso gli innumerevoli dibattiti ai quali si è sottoposto e si sottopone, alla fruizione del medesimo   principio da parte di noi tutti.

Chi non lo conosce o non lo ha almeno sentito parlare direttamente e non come un personaggio televisivo, può forse pensare che le parole precedenti siano sovradimensionate. Venga allora questa sera a Rubano: oltre ad assistere a una preziosa "lezione d'amore"; percepirà con i propri sensi la calma, la serenità di chi sa di essere nel giusto, di chi è capace di trasformare il grido di dolore in battaglia civile e capirà che, nel nostro disastrato paese, principi di serietà, di legalità e di civiltà possono ancora affermarsi.

Per chi non ha tempo:
 Intervista a Englaro da cultura.biografieonline.it



giovedì 25 settembre 2014

Convocazione Consiglio comunale a Mestrino



Lunedì 29 settembre alle ore 19 è convocato il Consiglio comunale con il seguente o.d.g.:

  1. Approvazione verbale seduta precedente (registrazione della seduta del 31 luglio)
  2. Ricognizione stato di attuazione dei programmi e verifica degli equilibri di bilancio 2014. (Scadenza dei termini: 30 settembre)
  3. Scioglimento anticipato della convenzione di segreteria tra i comuni di Galliera Veneta, Mestrino e Tombolo.
  4. Mozione numero 10 del consigliere comunale Pinton Flavio del M5S: "8 per mille per l'edilizia scolastica". (Scadenza dei termini: 30 settembre)

mercoledì 24 settembre 2014

I libri di Beppino Englaro

Eluana. La libertà e la vita
"Se non posso essere quello che sono adesso, preferisco morire." Eluana Englaro aveva vent'anni quando ha pronunciato queste parole di fronte alla tragedia di un suo caro amico in coma. L'anno successivo, il 18 gennaio 1992, Eluana resta vittima di un gravissimo incidente stradale. La rianimazione la strappa alla morte, ma le restituisce una vita "assolutamente priva di senso e dignità" e dal 1994 è in stato vegetativo permanente: stabile e senza alcuna variazione. Quando si sono resi conto dell'irreversibilità della sua condizione, Beppino Englaro e la moglie si sono battuti perché venisse rispettata la volontà della figlia, sempre con discrezione e senza proclami, prendendo sulle proprie spalle il dolore di molti altri genitori che, come loro, una sorte avversa ha costretto a chiedere quello che mai un padre o una madre chiederebbero. Da quando poi la Corte d'appello di Milano, il 9 luglio 2008, ha autorizzato il padre-tutore a disporre l'interruzione del trattamento di alimentazione artificiale, l'esplosione dei dibattiti e dei ricorsi ha trasformato la vicenda di Eluana in un caso mediatico senza precedenti. Oggi, Beppino Englaro, insieme a Elena Nave, racconta con semplicità e passione la storia di questa lunga battaglia, facendo chiarezza sui miti pseudoscientifici utilizzati per disorientare l'opinione pubblica e spiegando una realtà che potrebbe cadere addosso a chiunque e che non può lasciare indifferente nessuno.


La Vita senza limiti.
La morte di Eluana in uno Stato di diritto 

Nessuna famiglia dovrà patire 
quello che abbiamo subìto. 
Io posso solo continuare a 
battermi per una legge che 
rispetti la persona, che non dia 
ad altri se non a lei stessa il diritto 
di decidere del proprio corpo. 

Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro moriva. Ci sono voluti 6233 giorni perché il padre potesse liberarla e dirle addio; diciassette anni di vita sospesa fra la vita e la morte, durante i quali Beppino Englaro ha lasciato il suo lavoro e si è immerso nelle carte. Ha studiato codici e regolamenti, ha partecipato a convegni e incontrato politici, giuristi e teologi, nel tentativo di capire come dar voce alla figlia e far rispettare la sua volontà percorrendo sempre la strada della legalità. I suoi sono stati anni senza tregua, senza pause, senza possibilità di fuga o di riparo dalla violenza di una vita artificiale imposta a Eluana da uno Stato etico, che può arrivare a privare delle libertà fondamentali i suoi stessi cittadini. In questo libro l'autore rievoca i ricordi e le lettere di sua figlia e ripercorre gli ultimi mesi della vita di lei anche attraverso la propria storia di uomo riservato, costretto dagli eventi a farsi portavoce di un popolo silenzioso che ogni giorno, negli ospedali, si pone domande semplici e aspetta risposte umane, e viene invece abbandonato dalla politica in un limbo di sofferenza. Una battaglia in cui Englaro è tuttora impegnato perché la libertà di cura sia un valore collettivo, perché la legge rispetti l'individuo e non dia a altri se non a lui stesso il diritto di decidere della propria salute.

Fonte: libreriarizzoli.corriere.it

domenica 21 settembre 2014

Beppino Englaro a Rubano





I protagonisti della serata





La vicenda di Eluana Englaro che ha commosso, diviso e comunque coinvolto moltissimi italiani, è nota a tutti; per ricondurla alla memoria un'ottima sintesi si può trovare in questo link a il post.it.


Resta il fatto che a distanza di 5 anni e 7 mesi da quel 9 febbraio 2009, il paese è ancora privo di uno strumento legislativo atto a prevenire o a ridurre l'incidenza di simili tragedie di coscienza e di ulteriori scontri oscurantisti.

La presenza di due illustri personalità, come il prof. Paolo Benciolini e la prof.ssa Elisabetta Palermo Fabris, che da tempo lavorano nelle sedi istituzionali per portare a compimento il difficile lavoro di sintesi legislativa, fornirà elementi di straordinaria attualità al dibattito.

Il prof. Paolo Benciolini, conosciuto docente di medicina legale dell'Università di Padova, è infatti coinvolto nello studio e nell'elaborazione teorica e legislativa sia in campo medico, per ciò che riguarda le decisioni terapeutiche di fine vita, sia in campo giuridico-legale, per ciò che riguarda il cosiddetto testamento biologico. Durante la serata sarà una fonte importante di informazioni aggiornate.

La prof.ssa Elisabetta Palermo, che non vedete nel manifesto perchè colpevolmente contattata in ritardo, è docente di Diritto penale minorile all'Università di Padova, ma anch'essa si occupa di bioetica.
E' autrice di una monografia dal titolo “Diritto alla salute e trattamenti sanitari nel sistema penale: profili problematici del diritto all’autodeterminazione” (Cedam 2000). 
Attualmente sta collaborando alla stesura di un volume, del quale sarà curatrice e coautrice, dal titolo “I diritti in medicina ”, facente parte di un Trattato di Biodiritto, diretto da S. Rodotà e P. Zatti, per la casa editrice Giuffrè. 
La prof.ssa Palermo introdurrà la serata con un breve excursus storico-giuridico sulla vicenda Englaro.

Ma la parte più importante sarà dedicata a Beppino Englaro, un uomo coraggioso, combattivo ma mite  e riservato al tempo stesso. 

Sicuramente molta parte dell'uditorio lo accoglierà con l'ammirazione dovuta a un uomo che ha combattuto per un principio in cui molti credono, e cioè l'autodeterminazione; tutti, sicuramente, lo accoglieranno col rispetto dovuto a un padre che si è trovato coinvolto in una terribile tragedia e ha dovuto assumere pesantissime decisioni.

Per concludere, non si può non ricordare che la serata, pur sorta dalla volontà e dall'impegno dei soci di Storia e Vita, ha trovato nell'amministrazione di Rubano, e in particolare nell'Assessore Dall'Aglio e nel Sindaco, un prezioso aiuto organizzativo e un significativo incoraggiamento culturale. 

lunedì 15 settembre 2014

Parole di scuola: e dopo il primo..















A come analfabeta; B come banco; C come collegio docenti, consiglio d'istituto, continuità; D come dirigenteE come etica, empatia, esami; F come finanziamenti; G come Genitori; H come handicap; I come insegnante, le tre I; L come LIM; 
M come media;   N come numero; O come opportunità; P come professoreP come presideQ come qualità; R come ripetenteRiformaS come semi; T come terremoto; U come unico; V come valigia; Z come zaino, zerbino.


Nel settembre del 2011, il quotidiano Avvenire pubblicò uno scritto di Alessandro D'Avenia, dal titolo il primo giorno che vorrei

Oggi, il seguito da parte di una docente, impegnata e profonda.

E dopo il primo, che giorno vorresti? 




Cosa ti aspetti da me? Cosa insegui? 
Pensi davvero che i miei anni possano darti tanto quanto ho vissuto più di te? Non chiedermi troppo, no, non farlo, ricordati che sono 'solo' un adulto ormai. Noi adulti siamo quasi tutti uguali, un pò stanchi e un pò appassiti dietro le nostre comode certezze. 

Il sole sorge ogni mattina, la campanella suona sempre allo stesso orario, qualcosa per cena si rimedia sempre... Le certezze ci rassicurano, ma ci hanno spenti; sono lontani i giorni in cui leggevamo estasiati i versi de "i fiori del male".

Ma tu béati figlio mio dell'indeterminatezza del tuo futuro, fanne motore di esperienze infinite. Smetti di aspettare me, vienimi incontro, staccami la penna dalle mani, toglimi questo strumento passivo dalle dita e solleva i miei palmi aperti verso l'aria che viaggia attorno a noi.

 Sei tu che puoi dare tanto a me, ricordati che la tua forza, la tua energia, il fervore dei tuoi occhi possono risvegliare e illuminare i miei, così statici, così inespressivi, qualche volta rassegnati. 

Sei tu, figlio inconsapevole della tua curiosità sapiente, che puoi rinvigorire la mia sapienza libresca e ridarle anima, sei tu, col potere delle linfa che scorre veloce dentro di te, che puoi scuotere il mio battito monotono. Non chiedermi troppo, dammi piuttosto. 

Guardami intensamente negli occhi e risvegliami, trasmettimi il tuo calore, il tuo vivere enigmatico, la tua passione, e rigenera la mia. Riportami sui quei sentieri dello stupore e della perplessità dove troppi anni fa ho lasciato le mie orme. 

Ricordami che sono qui per te e anche per me, che posso insegnarti a inseguire i sogni con vigilanza e lucidità. Ricordami che Galileo morì stanco, umiliato e cieco, ma scrutò i cieli e sognò i pianeti finché  poté. Ricordami che Darwin diceva che l'evoluzione è un magnifico intreccio di caso e necessità, non esistono frecce lineari, niente è prestabilito nella vita, se non la forza della sorpresa. 

Quando studieremo Einstein e la relatività che pose fine al tempo assoluto, ricordami quando lui stesso, il grande Einstein, ad un certo punto, spaventato dalla perdita di millenarie rassicuranti certezze, provò a distruggere una parte delle sue scoperte. Erano troppo rivoluzionarie! E ricordami di non uccidere l'innocenza del fanciullino che vive in me, di non umiliare il mio inconscio collettivo, di non aver paura di alzare gli occhi al blu della notte...

"...il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me!" Kant aveva ragione. L' Altro, l' Universo che ho di fronte, TU figlio mio...sei il fine verso cui io tendo, mai un mezzo verso qualcosa d'altro. La mia morale sta nel rispetto incondizionato che ho per te, e tu, coi tuoi occhi, me lo ricordi. 

Dio non è morto come diceva Nietzsche, migliaia di catastrofi non l'hanno ucciso, il 2012 non è stato l'ultimo come professavano i Maya, il mio sguardo non sarà inutile, se tu non lo perderai di vista.

Portami via da questa torre d'avorio troppo pulita, troppo lucida e troppo morta dove mi sono richiuso, restituiscimi alla terra, ai percorsi, al fango e alla pioggia.

Ricordami che sono vivo oltre le convenzioni, che posso sognare oltre il mio mondo monocromatico, ricordami, figlio, fonte di inesplorate possibilità, che io e te siamo fatti della stessa materia e che- lontano da ogni retorica- ogni seme che pianteremo, lo vedremo crescere insieme. 
Dopo il primo, in tutti gli altri giorni che ci aspettano, ricordami questo e molto di più, figlio mio.

Per gentile concessione di Katya Merola




domenica 14 settembre 2014

Associazione Storia e Vita, incontro con Peppino Englaro




Liberi dei scegliere?








L'Associazione Storia e Vita apre la stagione sociale 2014-2015 con un'importante iniziativa: l'incontro dal titolo "Liberi di scegliere?" con Peppino Englaro, papà di Eluana, .

Già il titolo, posto in forma interrogativa, lascia intendere l'approccio problematico, laico, nel senso di non precostituito, che si vuole dare alla serata.

Al dibattito parteciperanno anche il dott. Paolo Benciolini, già presidente del comitato bioetico regionale del Veneto, e un magistrato, che introdurrà la serata con un inquadramento storico-giuridico della vicenda Englaro.

I problemi che saranno posti dai relatori e gli altri che presumibilmente emergeranno dal pubblico sicuramente non sono lievi. 
Le questioni della vita e della morte e del sottile confine che le separa, la problematica delle cure compassionevoli, delle cure sostitutive, dell'alimentazione artificiale, della sofferenza, della coscienza, dell'accanimento terapeutico e tante altre ancora vanno affrontate, con diminuita emotività, migliore e più rigoroso spirito scientifico e soprattutto con umanità. 

La qualità morale, scientifica e professionale degli invitati lo assicura. La testimonianza diretta del protagonista della vicenda,  come è nello stile dell'Associazione, dà un valore aggiunto alla serata e assicura un'interessante occasione di riflessione sulla dolorosa questione che, tuttavia,  ha aperto la via all'approfondimento e alla diffusione tra i cittadini e nelle istituzioni delle tematiche della bioetica.

Sicuramente, adesso che a distanza di anni siamo lontani dalle volgari strumentalizzazioni politiche e ideologiche che hanno travolto come schiacciasassi la sensibilità e il dolore dei protagonisti, discutere con maggiore distacco, ponendo in modo equilibrato sul tavolo le ragioni degli uni e degli altri è possibile. 










sabato 13 settembre 2014

Grasso che cola..



Un male antico




Antifascista, stava a disagio nella camicia nera. Il professore di filosofia del liceo Empedocle era molto amato dagli studenti, almeno da quel cinquanta per cento che pendeva dalle sue labbra mentre spiegava con passione e con la sigaretta sempre accesa. Gli altri, come accadeva già allora, si dividevano tra chi non capiva e chi, pur se in religioso silenzio, faceva gli affari propri.
Stanco di questo andazzo, alla quarta lezione si presentò muto in classe. Alle timide  e allarmate richieste di spiegazione degli studenti, dichiarò con enfasi:
"Per quello che mi paga lo Stato, io, le mie tre lezioni che dovevo fare ve le ho fatte; ora, se volete che continuo, dovete pagare".
Ancora più allarmati, gli studenti: "Ma quanto costa, professo'?"
"Un pacchetto di Camel alla settimana!"
Da allora, dovendo fare la colletta per racimolare il prezzo dalla lezione, nessuno studente si permise più di non seguire le preziose lezioni...

Più o meno così, ma sicuramente molto meglio, Andrea Camilleri, affabulatore instancabile, portava alla memoria una storia da lui vissuta più di settanta anni fa. 

Allora come ora: un professore stimato e sicuramente fuori dal comune, costretto a reagire con un arguto espediente alla scarsa considerazione delle istituzioni. 

In questi giorni, mutatis mutandis, la rete si sta scatenando contro le incaute affermazioni del premier che ha sostenuto che nella pubblica amministrazione c'è molto grasso che cola. 
Tra le reazioni più sentite, dolorose e acute, spicca lo scritto della professoressa Paola Giacconi che ha inviato una lettera aperta al governo Renzi.

giovedì 11 settembre 2014

Bitonciadi


La sagra del decoro



Così ridano di noi










I cittadini padovani conoscono bene il problema: il 25% di loro lo ha causato, un altro 25% lo osteggia, il restante 50% sta a casa o al bar, ma prima o poi verrà toccato anch'esso dal degrado culturale e sociale innescato dalla giunta Bitonci.

E' opportuno, però, fare conoscere il ridicolo che sta sommergendo Padova anche al centinaio di amici "foresti" che frequentano quotidianamente questo blog: quella che una volta era affettuosamente definita la "gran pretagna" (un pò provinciale, ma generosa e ospitale) adesso rischia di diventare una landa deserta, abitata da gente scontrosa, impaurita, incattivita...o più semplicemente ignorante, non più gran dottori...

Tornando al dunque, il nuovo regolamento comunale, oltre alle voci comunemente presenti nei documenti di questo genere e ad altri divieti ragionevolmente dovuti, presenta alcuni elementi fortemente innovativi, già precocemente rivolti alla prossima campagna elettorale regionale...

Per esempio:

- Vietato lordare il suolo pubblico, lanciare uova, farina o altre sostanze che sporcano il suolo, edifici, cose o persone. (Sacrosanto, ma (i non padovani non lo sanno) così si vietano di fatto le folkloristiche uscite dal Bo', che a me personalmente disgustano un po,' ma fanno parte di una tradizione locale, che è stupido annullare)
- Vietato affiggere papiri di laurea e ogni altro materiale ai tronchi degli alberi. (Vedi sopra. Forse Saia non sa che al centro san Gaetano si è appena chiusa la mostra del papiro di laurea..)
- Per chi non raccoglie le deiezioni dei propri animali è prevista una sanzione di 50 euro (ecco il solito lassismo animalista, perchè solo 50 euro?)
- È vietato dare alloggio in un appartamento a un numero di persone superiore dai parametri previsti dal regolamento edilizio (Risolve il problema della compenetrazione dei corpi, materia in cui sono esperti i cinesi, ma non quella dei poveracci che non possono permettersi affitti più costosi).
- È vietato dormire in locali adibiti ad attività lavorative in modo promiscuo (e gli statali??)
- È vietato sedersi o sdraiarsi per terra, ed anche sdraiarsi sulle panchine o utilizzarle in modo improprio. (In proposito il prode Saia si è ispirato alla famosa frase del duce, evidentemente a lui cara: "camminare, costruire e se necessario combattere e vincere". Mai fermarsi e che siamo a Milano!)
- È vietato salire sui monumenti, sui lampioni, sui muri di cinta o entrare nelle fontane (gli epigoni dell'Anitona e di Mastroianni sono avvertiti).
- È vietato soddisfare le esigenze fisiologiche fuori dai luoghi destinati allo scopo (ma no! in consiglio comunale si spera in un emendamento salva vecchietti locali incontinenti).
- È vietato mostrarsi in pubblico in abiti che offendono il comune senso del pudore (ma qui è necessario un regolamento applicativo, che precisi misure, sesso ed età)
- È vietato bagnarsi o nuotare fuori dai luoghi destinati allo scopo.
- All’interno del perimetro delle mura del Cinquecento è vietato esporre abiti o biancheria alla vista del pubblico da finestre, balconi o terrazze (un modo economico per identificare gli abitanti del centro storico: dal tanfo di muffa dei loro abiti).
- È vietato fissare o appoggiare bici o motorini agli arredi urbani, agli alberi, ai pali, ai monumenti e a altri manufatti pubblici non destinati allo scopo (in mancanza di rastrelliere, continuare a girare come chi cerca un posteggio a Roma o a Palermo)
- Le biciclette devono essere dotate di “dispositivi di segnalazione visiva” da mezzora dopo il tramonto a mezzora prima dell’alba. 
- È vietato pescare nelle acque all’interno delle mura del Cinquecento
- È vietata la richiesta di elemosina nelle aree pubbliche o aperte al pubblico, multa di 100 euro. (Nessuna differenza tra le vittime del racket e i veri morti di fame)
- È vietato contrattare o concordare prestazioni sessuali a pagamento in strada (multa da 500 euro). (Zanonato docet!)
- È vietato consumare alcolici fuori dai bar o dai plateatici. (No allo spritz, era ora, alcolisti di m...)
- È vietato vendere per asporto, somministrare o cedere bevande alcoliche (di qualunque gradazione) ai minori di 18 anni (multa di 100 euro). Ridondanza retorica di una norma generale già prevista.
- È vietato il consumo di sostanze stupefacenti in aree pubbliche (sanzione di 500 euro ridotta a 100 se ci si impegna ad andare al Sert).(Qualcuno ricorda la mitica pulizia di piazza dei Signori, con biblico spostamento verso città Giardino?)
- È vietato cogliere fiori, salire sugli alberi, strappare foglie e rami, danneggiare in qualsiasi modo le piante in aree pubbliche
- Nei parchi e nei giardini è vietato portare cani non tenuti al guinzaglio se non nelle aree appositamente dedicate
- Il proprietario di un terreno verde o di piante deve provvedere alla pulizia del suolo pubblico dalle foglie, dai rami e dai frutti eventualmente caduti o trasportati dal vento, (come in campagna..)
- I proprietari di fabbricati o di costruzioni disabitate devono porre in atto le misure necessario ad impedire ogni forma di invasioni o di occupazione.(Invasioni, caro Freud!!)
- I proprietari di terreni sono obbligati a mantenere i fossi o i canali di scolo costantemente puliti.
- In tutto il territorio comunale è vietata l’occupazione di suolo pubblico o la sosta ai fini di campeggio al di fuori delle aree attrezzate. (Turisti di passaggio siete avvertiti, da ora in poi nessuna differenza tra voi e "i zingani")
- È vietata l’accensione di fuochi, l’utilizzo di forni o di qualsiasi altro apparecchio in grado di generare combustione sugli argini. 
- È vietato fare il bucato o anche pulire o riparare veicoli, mobili e utensili in luogo pubblico.
- È vietato l’uso di apparecchi altoparlanti, amplificatori del suono, petardi, giochi pirotecnici e strumenti simili che arrechino potenziale disturbo (multa di 100 euro) (Misura espressamente rivolta agli artisti di strada: meglio una Padova silenziosa e tranquilla che una babele tipo gli Champs Elisés) 
- Sulla carreggiata stradale e sulle aree pubbliche è vietato offrire servizi di ausilio al parcheggio, custodia abusiva, lavavetri, distribuzione pubblicitaria. (L'unico effetto visibile del ventilato provvedimento è lo spostamento in massa dei soggetti interessati verso i comuni limitrofi)
- E’ vietato il trasporto, senza giustificato motivo, di mercanzia in grandi sacchi di plastica, borsoni o con altri analoghi contenitori. (Da adesso tutti con lo zainetto a ruote delle signore per bene)
- È vietato l’acquisto di merce contraffatta o proveniente da venditori abusivi (multa di 100 euro). (Non una parola anche qui sui racket)

mercoledì 10 settembre 2014

Manifestazione per la pace a Firenze




Restiamo umani.
Le ragioni della pace senza se e senza ma..








Manifestazioni per la pace a Padova e Firenze





PRIMO APPUNTAMENTO A PADOVA GIOVEDI' 11 SETTEMBRE ALLE 17 
IN PIAZZETTA DELLA GARZERIA. – 



Seguirà ALLE 18,30 INCONTRO PRESSO LA SEDE DI ASSOPACE-ACS CON MERI CALVELLI Cooperante di ACS ritornata da pochi giorni da GAZA.

DICIAMO BASTA A QUESTO CONTINUO RICORSO ALLA GUERRA CHE OVUNQUE DEVASTA TERRITORI E POPOLAZIONI ACCENTUANDO ODI E RANCORI.
Promuovono:  Donne in nero e Assopace



SECONDO APPUNTAMENTO: MANIFESTAZIONE NAZIONALE A FIRENZE DOMENICA 21 SETTEMBRE ore 11-16 piazzale Michelangelo 


Facciamo  insieme UN PASSO DI PACE! Basta guerre! Mai più vittime! Fermiamo le stragi di civili indifesi, a Gaza, in Palestina e Israele, in Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Ucraina, Congo …. Per  Libertà, Diritti, Dignità, Giustizia, DemocraziaPiazza Santa Croce  (da confermare)
Comitato PromotoreRete della Pace, Rete Italiana Disarmo, Sbilanciamoci,Tavolo Interventi Civili di Pace
Per adesioni ed iscrizioni: giovannabenucci@tin.it   alessandra.stivali@cgilpadova.it

martedì 9 settembre 2014

Eventi culturali a Padova


domani a PADOVA:

PRIMA SAGRA DEL DEGRADO


Polizia e migranti



Contagi,
la paura della tubercolosi







C'é un agente patogeno che si diffonde assai più velocemente di altri: non è quello di Koch nè il virus dell'Ebola; è  il razzismo condito dall'ignoranza.
Da quando Berlusconi ha lasciato la scena, invano soccorso da un disperato bocca a bocca al Nazzareno, mentre la lega, nonostante i timidi segnali di rinascita, resta in secondo piano (o va in Corea..) nuovi, non tanto timidi, epigoni sgomitano per prendere il loro posto.
L'ultimo grido di battaglia dei pasdaran dalle idee confuse è: "dagli all'untore".
E così vengono raccolte voci che portano acqua al nuovo mulino, cavalcano le paure ancestrali sotto il pacato tono istituzionale e di fatto diffondono l'ignoranza.

Naturalmente il problema è reale come dimostra la cartina pubblicata sotto, ma sono le conseguenze paventate ad essere assurde. Le uniche vittime del pericolo TBC potrebbero essere solo i migranti stessi se lasciati soli, o i cittadini italiani se anch'essi abbandonati senza sanità, senza adeguati mezzi di sostentamento, senza prevenzione. Ancora una volta il problema non è il microbo, ma la povertà.

PS. Sono positivo da 50 anni al test tubercolinico...


Per saperne di più, senza la fatica di leggere un libro: 


Divulgazione:

una scheda dell'Ulss di Trento

approfondimenti

il più moderno test per la tubercolosi


Siti scientifici:

linee guida per il controllo della malattia tubercolare

ministero della salute, documentazione completa

ultimi aggiornamenti

Tubercolosi, HIV e migrazione, una reale emergenza? Atti del convegno

Organizzazzione mondiale della sanità: la tubercolosi nel mondo

Informazioni

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