Per due giorni ho staccato la presa dal web, complice un viaggio, ma soprattutto la vacuità delle cose passate dai media, in particolare quelli italiani, in confronto alle tragedie che si stanno vivendo in luoghi da noi non tanto lontani.
Cosa contano i porcellum, gli italicum, i senatori nominati, le fughe di Bitonci dalla stampa, le lotte intestine ai 5 stelle o i dissidenti silenziosi del PD rispetto alla distruzione di due popoli in medio oriente.
Sì, due popoli: quello palestinese, con le bombe e la perdita della dignità, quello israeliano, con la perdita della speranza, degli ideali, gettato nel fango e nella vergogna dalla destra integralista che lo governa, che ne ha fatto, come sostiene Grossman un paese ostaggio della disperazione.
Non una parola dai politici italiani, neppure da chi tiene molto alla poltrona di alto rappresentante per l apolitica europea: dopo il gesto coraggioso del papa, tra i politici è rimasto solo Vendola a denunciare la tragedia del medio-oriente.
La domenica, però, per questo blog, è il momento della leggerezza, della musica od altro. Difficile conciliare l'inconciliabile, se non con la "West-Eastern Divan Orchestra" l'orchestra arabo israeliana diretta da Daniel Barenboim, che esegue l'inno alla gioia di Beethoven, sì proprio quello al quale gli estremisti di Farage hanno voltato le spalle..
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