Esseri umani
La difficilissima questione della fuga di massa dall'Africa e dal medio Oriente andrebbe guardata con qualche elemento in più, rispetto a quelli emotivi, diretti in una direzione o nell'altra.
Cercherò di farlo in questo e negli articoli seguenti partendo da un caso esemplificativo, quello del Mali, ai cui cittadini, arrivati fortunosamente sulle coste italiane, viene negata la protezione internazionale, facendoli diventare clandestini a tutti gli effetti.
La posizione strategica del Mali, tra il Magreb e l'Africa equatoriale, un tempo, prima della colonizzazione, fonte di ricchezza per la sua popolazione dedita al commercio e agli scambi. |
La sicurezza nel Mali.
Nel 2013 la Francia promosse e guidò una missione internazionale per arginare la presenza nel nord del paese degli integralisti islamici. Di questa invasione nel territorio dei tuareg è testimone anche il bellissimo film di Sissako: Timbuctù.
In questo link un sommario resoconto della situazione a distanza di un anno dall'intervento.
La situazione attuale è invece ben descritta dalle informazioni del Ministero degli Esteri italiano, pubblicate il 19.08.2015:
In ragione della conclamata ed attiva presenza di gruppi terroristi e delle conseguenti minacce all’incolumità di cittadini occidentali (da ultimo il 7 agosto scorso nella città di Savarè un commando terroristico ha attaccato una struttura alberghiera causando diverse vittime anche fra cittadini stranieri), sono assolutamente da evitare viaggi nel Paese.
Il Mali attraversa inoltre una delicata fase di stabilizzazione post-conflitto ed è teatro di una missione militare internazionale sotto egida ONU. Le Autorità maliane stanno gradualmente, e non senza difficoltà, reinsediandosi nei principali capoluoghi settentrionali (Mopti, Gao, Timbuctu), rimasti per oltre un anno sotto il controllo di gruppi armati legati al narco-traffico e al terrorismo islamista (gruppi che restano comunque tuttora attivi). Preoccupante rimane la situazione in alcuni centri del Nord, tra cui in particolare Kidal e Menaka.
Dato tale quadro complessivo di sicurezza estremamente critico ed in continua evoluzione, nonché la costante, concreta minaccia di azioni ostili a danno di cittadini ed interessi occidentali, tutto il Mali, compresa la capitale Bamako (nella notte del 7 marzo 2015, un attentato in un bar frequentato anche da stranieri ha provocato morti e feriti), è pertanto da considerarsi a rischio, che diviene estremamente elevato nelle regioni a nord della capitale.
Ai connazionali tuttora presenti in Mali si raccomanda la massima prudenza, continuando a monitorare il presente portale e, per coloro che non lo avessero ancora fatto, segnalando la loro presenza sul sito DoveSiamoNelMondo per poter ricevere messaggi sms di aggiornamento da parte della Farnesina. Si suggerisce infine alle imprese italiane operanti nel Paese di valutare una momentanea sospensione delle attività e, in ogni caso, si raccomanda di adottare ogni possibile misura di sicurezza.
La situazione economica,
da www.unimondo.org:
Il Mali è uno dei più poveri Stati dell'Africa, anzi del mondo; ha un reddito pro capite molto basso, cui si accompagna, tra i molti fattori socio-economici che non meno drammaticamente attestano l'arretratezza del Paese, un elevato tasso di analfabetismo.
Profilo generale. Scarsissime sono le risorse naturali; il territorio è essenzialmente desertico, tanto che l'incolto e improduttivo ne costituisce poco più del 64%, e anche la presenza delle acque del Niger, che potrebbero rappresentare, ove adeguatamente sfruttate, una fonte di grande ricchezza sia ai fini della creazione di vasti comprensori agricoli sia per un poderoso utilizzo idroelettrico, è ben lungi dall'offrire un valido supporto all'economia del Paese. Ben poco fu attuato dal governo coloniale francese nel Mali, che pure aveva conosciuto in precedenza un periodo di relativa prosperità, quando era stato un'importante area di transito verso l'Africa Nera. (segue qui)
per saperne di più:
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