lunedì 22 dicembre 2014

Consiglio del 29 dicembre, l'odg 2

Rosi Mauro...

Il vicepresidente
del consiglio comunale





Durante la prima Repubblica era prassi consolidata che i presidenti della Camera dei Deputati potessero appartenere alla minoranza; tutti ricorderanno Nilde Iotti, Pietro Ingrao, Sandro Pertini, Giorgio Napolitano. Era l'epoca dell'incontrastato dominio democristiano, in un parlamento in cui tuttavia si riusciva talvolta a raggiungere onorevoli e storici compromessi tra le parti (solo qualche esempio tra i tanti: lo Statuto dei Lavoratori, i decreti delegati per la scuola, la scuola media unificata per tutti).
Con l'avvento della seconda Repubblica il principio è stato costantemente disatteso, a partire dalla tragicomica nomina di tale Pivetti, sconosciuta leghista un pò fuori posto dall'inizio alla fine del suo mandato.
Tuttavia anche nella seconda Repubblica le quattro cariche di vicepresidente hanno continuato ad essere assegnate alle minoranze. Si è continuato ad attribuire un potere reale alle minoranze, perchè i vicepresidenti si sono trovati spesso a gestire situazioni tese, dovendo garantire la continuità dei lavori dell'aula anche andando contro agli interessi dei propri gruppi. E' capitato anche all'ineffabile uomo venuto dal nulla, Luigi di Maio, costretto ad applicare una minighigliottina ad un suo sodale, Manlio Di Stefano, espellendolo dall'aula. 
E anche nell'attuale scassatissimo parlamento le minoranze hanno continuato ad avere la presidenza di importanti commissioni. 
Non così avviene adesso nel nostro assai funzionale, democratico, "risparmioso" comune.
Di presidenza di commissioni non se ne parla neppure, perchè tanto le commissioni non ci sono. Di presidenza del Consiglio neppure, perchè la carica doveva accontentare un'eminenza grigia, molto votato per la verità, che la occupa facendo da volano all'amministrazione e non al dibattito, e come tale partecipa, talvolta anche a tavoli sovracomunali.
Veniamo quindi alla carica di vicepresidente, al punto 4 dell'odg del 29 dicembre, chiesta e ottenuta dalla minoranza di ViviMestrino, come blando, blandissimo bilanciamento dei poteri in consiglio. Proprio il minimo per evitare che le riunioni si risolvano in un monologo delle opposizioni dinnanzi ad una maggioranza, supertutelata, e perciò silente, distratta e spesso disinformata. Il minimo per allargare la rosa dell'ufficio di presidenza che predispone, ma non sempre, i lavori del Consiglio.
Voci di corridoio riportano che la maggioranza vuole assegnarsi anche questa risibile medaglietta, dando luce a qualche personaggio che altrimenti non sarebbe mai nominato se non nell'appello ad inizio seduta.
Viva la democrazia! ViviMestrino agirà di conseguenza.



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