Zamosc,
la città ideale
C'è una credenza popolare che vuole che ciascuno di noi abbia uno o più sosia sparsi per il mondo.
Accade talvolta che anche le città abbiano dei sosia, ma non delle semplici rassomiglianze o assonanze, come Genova e Marsiglia, o Napoli e Palermo, bensì delle vere e proprie affinità architettoniche e strutturali, pur non avendo null'altro in comune, nè il clima, nè la lingua, nè la storia.
E' il caso di Zamosc, chiamata la Padova del nord perché edificata da un padovano, l'architetto Bernardo Morando, a partire dal 1580.
In realtà la storia è più complessa: il nostalgico, infatti non era
l'architetto, ma il conte Jan Zamoyski, il quale, per aver studiato a Padova e per essersi innamorato del Rinascimento italiano, tornato in patria, fondò una nuova città, Zamosc appunto, per ricreare l'atmosfera vissuta da studente a Padova e per ricordare addirittura la struttura della città: le tre piazze, la pianta pentagonale murata e, talvolta, come si può giudicare dalle fotografie, anche l'aspetto dei palazzi e delle piazze.
Zamoyski non si fermò all'aspetto architettonico, ma nella nuova città volle fondare anche una nuova Università, chiamando professori da Padova e da altre città polacche tra cui Cracovia.
Fatto sta che dovette esserci una lite accademica ante litteram tra Zamosc e Cracovia, per cui, ancora oggi, il trombettiere che suona a mezzogiorno dalla torre del Municipio, si rivolge in tutte le direzioni, tranne quella di Cracovia...
Ma le analogie e la comunanza non finiscono qui: lo scrittore e ricercatore Franco Holzer ha riscoperto la storia di Zamosc e di Bernardo Morando, ma incredibilmente seguendo le tracce dell'origine della famosa gallina padovana dal gran ciuffo, che una lontana tradizione riteneva originaria dalla Polonia. Sembra che le recenti ricerche sulle galline polacche, ritrovate in un convento proprio a Zamosc, e quelle venete abbiano rivelato delle affinità genetiche che potrebbero avvalorare l'ipotesi della comune origine.
Nessun commento:
Posta un commento