Il parere di Bersani
Fonte: l'Unità
«Lo dico serenamente e pacatamente: così com'è la nuova legge elettorale non va». Così Pierluigi Bersani nel corso della registrazione di "Bersaglio mobile" su La7, intervistato da Enrico Mentana. «Il combinato tra legge elettorale e riforma del Senato- spiega l'ex segretario del Pd - ci consegna un prodotto che dobbiamo assolutamente correggere. C'è qualcuno che rischia di prendere tutto con il 25 per cento: governo, Camera, presidente della Repubblica e giudici della Corte costituzionale. Serve una significativa modifica se vogliamo essere comparabili con le grandi democrazie occidentali».
Secondo Bersani, insomma, il ballottaggio rischia di dare un vantaggio al M5s: «Io lo do per scontato - sottolinea - se sono la seconda forza, o di qui o di là vincono il ballottaggio. Cerchiamo di ragionare su questa cosa».
Pier Luigi Bersani è un fiume in piena. Parla del Pd, dell'avvicendamento Letta-Renzi, dei 2101" e di Grillo, ovviamente, e scandisce: «Il Movimento 5 stelle è pura inutilità per il Paese, promettono il cambiamento ma non sono disponibili a nulla».
Ammette, Bersani, di aver ritrovato la voglia di dire la sua, ma non chiede ruoli nel Pd. Racconta di avere parlato con Matteo Renzi e di avergli assicurato di non volere incarichi. «Con Renzi ho parlato, sa di poter contare sulla mia lealtà. Il mio ruolo? gli ho detto 'quando pensi a me pensa a uno che è a posto così. Non ho niente da chiedere, spero di avere ancora qualcosa da dare se serve. ma uno non può essere ubriaco del proprio io, se fai politica ti metti in un 'noi'. Se decidi di far politica devi in premessa riconoscere che sei in una squadra e quindi attestarsi in una logica che non ti mette sempre al centro».
«Di Renzi mi piace molto il piglio, l'intenzione, la voglia e l'energia. Mi piace meno una qualche sbrigatività perché nello stesso tempo con la stessa rapidità si può fare una cosa giusta ed una sbagliata», riflette Bersani intervistato da Mentana.
«C'è un momento in cui bisogna riflettere e trovare la strada ma nell'insieme alla fine il giudizio è buono - aggiunge - Si è messo in moto un processo che deve essere aiutato, anche corretto, ma non scoraggiato o indebolito questo è fondamentale».
Insomma, Bersani ribadisce che «se c'è una qualità per cui questo Governo non brilla è l'umiltà ma comunque sia ha bisogno di una mano a prescindere dal fatto che lo chieda o no bisogna darglielo ed io mi metto in questa posizione». Al Pd è mancato negli ultimi tempi «la capacità di essere un collettivo. Il passaggio da Letta a Renzi è stato abbastanza inelegante, per usare un eufemismo. Ma c'è stata anche la vicenda dell'elezione del presidente della Repubblica. Usciamo dalla politica italiana creando dei collettivi». Lo ha detto Pierluigi Bersani in un'intervista a Bersaglio Mobile, che andrà in onda questa sera su La7.
L'ex leader democratico torna anche sulla vicenda dei "101", coloro che, nel pd, non votarono per Prodi alla presidenza della Repubblica. «Ci fu un incrocio fra chi non voleva Prodi e chi non voleva me ed avvenne quanto avvenuto», la sua spiegazione. «Questa cosa è una lezione che non deve più scuccedere - aggiunge - siamo venuti meno alla responsabilità che le elezioni ci avevano consegnato. Mi auguro e credo che non accada mai piu».
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