venerdì 25 aprile 2014

Bella ciao





"C'è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro [i fascisti] dall'altra...Da noi niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro...tutto servirà a liberare noi ed i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori; perduti e inutili anche se vincessero, perchè non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio...." . (Italo Calvino)

Giungono in questi giorni diverse notizie giornalistiche sulla censura alla canzone Bella ciao; a Pordenone, ad esempio, il prefetto ha tentato, senza riuscirvi,  di vietarla ad una manifestazione dell'ANPI, ritenendola pericolosa per l'ordine pubblico; in altre più piccole realtà, come a Mestrino,  la canzone è bandita da anni. Ai nuovi censori consiglio un approfondimento musical-culturale-storico. Scoprirebbero, infatti che:

  1. Bella ciao non è la canzone dei comunisti, come temono;
  2. La Costituzione italiana è nata dalla Resistenza;
  3. Anche i venetisti, invece di giocare con i trattori, potrebbero farla propria, come gli indipendentisti corsi, che la cantano, con le parole italiane, in tutti i bar dell'isola.
Gianpaolo Pansa ne ha addirittura utilizzato il titolo per l'ultimo dei suoi libretti revisionisti, che tanto piacciono a destra, come se i fatti narrati non si conoscessero e alcuni di essi non fossero finiti addirittura nei giornali. (A proposito anche Pansa sostiene che Bella ciao non era la canzone dei comunisti della resistenza, che ad altro pensavano e che se proprio dovevano cantare, intonavano l' Internazionale!)

Quello che i censori moderni non hanno capito è che la canzone è diventata l'icona di un'aspirazione alla giustizia sociale, all'uguaglianza, al cambiamento,  non ha più l'odore del sangue e della sofferenza di una guerra vera, ma è diventata piuttosto un inno alla giovinezza e alla vita che riprende dopo un periodo oscuro. Vietarla ai giovani, più che un atto politico d'intolleranza, è semplicemente stupido. 



Bella ciao in Corsica



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