lunedì 5 agosto 2013

Chiagne e fotte



Chiagne (per finta) e fotte..


c'era una volta un'altra Italia...


quale sarà quella del futuro?








Lo scatenamento dei giornali, dei blog, di FB e Twitter, pro o contro il signore ottantenne, attore consumato che finge di piangere per non pagare il dazio, deve sembrare incomprensibile ai giovani 20-35enni, che conoscono quello che c'era prima solo per sentito dire e che, stando al loro magro presente, hanno terrore del futuro.

Forse a loro non  interessa niente se il vecchio signore continuerà a imperversare ancora per qualche anno, attraverso il miracolo di qualche filtro magico e sicuramente non capiscono come mai quelli che dicono di avversarlo non sono riusciti a farlo fuori in vent'anni e come con Al Capone è stata necessaria una condanna (assolutamente meritata, ma lieve) per frode fiscale.

In realtà Al Capone di anni ne ebbe 11, perchè non era riuscito a farsi le leggi ad personam!

Sarebbe utile mettersi ogni tanto nei panni dei trentenni di adesso, che non sanno dell'Italia diversa di prima e che sono nati in quest'epoca balorda, senza ideali, senza mete, senza passioni, senza evidenti prospettive di futuro. Loro che dovranno imparare a vivere con meno e che, miracoli a parte, appartengono a una generazione destinata, per la prima volta nella storia, a vivere peggio di quella precedente: almeno sin quando non riusciranno a prendere in mano direttamente le briglie della storia e della società. Non c'è che da augurarsi che la svolta sia diversa da quella del 1921, quando le premesse erano comparabili a quelle di adesso.

Si,  esisteva un'Italia diversa, nella quale i magistrati erano eroi della lotta alla mafia e purtroppo spesso si immolavano su questo terreno e nessuno si permetteva di dire che erano degli impiegati che avevano fatto un temino al concorso!

Un' Italia in cui le pulsioni razziste erano confinate nei bassifondi della coscienza di alcuni o al massimo nei discorsi da bar e non avevano cittadinanza e dignità politica, né l'amplificatore di internet.

Un' Italia in cui i politici corrotti rubavano per il partito, trattenendo per sé solo le briciole;
un'Italia quinta potenza economica del mondo, un'Italia nella quale per i giovani era un punto d'onore andare via di casa a vent'anni e, pur con molti sacrifici, ne avevano la possibilità.

A loro, ai 20-35enni abbiamo lasciato un paese in decomposizione, corrotto dal gran corruttore, anzi lasciato corrompere da chi non ha saputo opporsi coerentemente, forse piccato di sentirsi chiamare ancora comunista, quando il suo percorso personale lo aveva portato a ben altri orientamenti.

Si, bisognava essere  più decisi, non vergognarsi di essere ex comunisti, ex socialisti, ex liberali e neppure di essere di destra nel senso più nobile del termine: se lo avessimo fatto tutti con forza, con coerenza e senza vergogna avremmo sconfitto i miliardi, la pubblicità dei venditori di pentole, l'involuzione culturale della xenofobia, la crisi economica (dovevamo già insegnare ai giovani a vivere con poco e invece li abbiamo ricoperti di merce inutile), la miseria culturale di questi venti anni.
Potevamo ma non lo abbiamo fatto, adesso tocca ad altri..





   

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