Ho spezzato il mio fucile
intervista ad Alberto Trevisan
Pochi ricordano oggi che, prima del 1972, gli obiettori di coscienza andavano in carcere.
In teoria, se continuavano a rifiutare la divisa e l’addestramento ad uccidere, vi tornavano, condanna dopo condanna, fino ai 45 anni, termine dell’obbligo di leva.
In teoria, se continuavano a rifiutare la divisa e l’addestramento ad uccidere, vi tornavano, condanna dopo condanna, fino ai 45 anni, termine dell’obbligo di leva.
Per conoscere le radici di questo scomodo gesto, consiglio di leggere l'agile volumetto scritto da Alberto Trevisan, dal titolo, appunto, "Ho spezzato il mio fucile".
Alberto è uno degli obiettori di coscienza "storici" perché fu tra i primi ad esserlo e, assieme ad altri, più noti e meno noti, determinò la storia del movimento non violento.
Nel suo libro si muovono tante figure umane: gli altri obiettori, gli avvocati di raffinata competenza, i diversi compagni di carcere, il barbiere amico informatore, le spie, il cappellano militare schiavo del sistema, i giudici di quella “giustizia dei capi” che erano i tribunali militari, e persino gli stragisti Reder e Kappler, prigionieri a Gaeta, privilegiati rispetto agli obiettori, perché militari. Ma c’è anche la gentilezza e il rispetto di alcuni soldati e ufficiali. C’è anche la gratuita violenza poliziesca nel terzo arresto, a Vicenza, nel maggio ’72.
Nel suo libro si muovono tante figure umane: gli altri obiettori, gli avvocati di raffinata competenza, i diversi compagni di carcere, il barbiere amico informatore, le spie, il cappellano militare schiavo del sistema, i giudici di quella “giustizia dei capi” che erano i tribunali militari, e persino gli stragisti Reder e Kappler, prigionieri a Gaeta, privilegiati rispetto agli obiettori, perché militari. Ma c’è anche la gentilezza e il rispetto di alcuni soldati e ufficiali. C’è anche la gratuita violenza poliziesca nel terzo arresto, a Vicenza, nel maggio ’72.
Lungo quella vicenda, Alberto ha conosciuto anche la tentazione di arrendersi, di cedere, ma i genitori e la futura moglie lo hanno sostenuto, insieme ai compagni del movimento e ai suoi maestri di pace. Trevisan traccia dei vivi e documentati ritratti di Capitini e Pinna, La Pira e Dossetti, don Milani e padre Balducci, condannati per aver difeso gli obiettori, Turoldo che nascondeva gli obiettori ricercati, Jägerstätter e Langer.
Per avere un'idea del seguito della storia che l'ha segnato in gioventù, ho posto al Alberto Trevisan qualche domanda sul servizio civile di cui lui continua ad essere un instancabile promotore.
Come è organizzato il servizio civile nazionale?
Il servizio civile volontario é organizzato su scala nazionale (vedi legge 64/2001) e su scala regionale, attraverso specifiche leggi; esso offre ai giovani che ne hanno i requisiti la possibilità di svolgere un anno di servizio nazionale.
I giovani ricevono una retribuzione di 433 euro mensili, possono usufruire di un periodo di ferie. di permessi di studio e, in alcuni casi, di crediti formativi.
I volontari possono fare una sola domanda e presso un solo ente, in località anche diversa da quella di residenza: ciò favorisce molto l'adesione al servizio degli studenti universitari che, in molti, riescono a continuare gli studi pur dovendo dedicare al servizio 30 ore settimanali (18 per il servizio regionale).
Attualmente, in servizio ci sono circa 18.000 volontari, un numero ridotto anche rispetto al passato recente (40.000 nel 2007!), a causa dei tagli alla spesa pubblica.
Il prossimo bando nazionale é atteso per settembre 2013, ma già lo slittamento rispetto alla data solita non promette nulla di buono. Sarebbe importante, invece, garantire almeno lo stesso numero di ragazzi in servizio attualmente.
Quali sono i settori di impiego dei volontari?
I più importanti sono quelli "della salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione, con particolare riferimento ai settori ambientale, forestale, storico-artistico, culturale" oltre naturalmente al settore della protezione civile e dei servizi sociali, riguardanti le fasce più deboli della società.
Durante l'anno di servizio, i volontari partecipano, secondo linee guida nazionali, ai corsi di formazione generale e specialistica, nonché a corsi di aggiornamento. Ad esempio l''Università di Padova mette a disposizione corsi di lingua dei segni e di informatica.
Quali sono le finalità del servizio civile nazionale?
Le finalità sono ben riassunte dall'art. 1 della legge 64 del 2001:
- concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari;
- favorire la realizzazione del principio costituzionale della solidarietà sociale;
- partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione nei settori che ho già elencato poco fa;
- contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante attività svolte anche in enti e amministrazioni operanti all'estero.
La possibilità di svolgere il servizio all'estero è regolata dall'art. 9 della legge 64, che fa riferimento a iniziative europee di servizio civile, a interventi di pacificazione e cooperazione tra i popoli.
All'interno di questa legge é presente anche una "carta di impegno etico", sia per gli enti che per i volontari al fine di dare a entrambi i soggetti maggiore responsabilità e impegno. Si tratta di una novità importante, soprattutto perché riguarda anche soggetti operanti nella pubblica amministrazione.
Perché scegliere il servizio civile nazionale?
Lo slogan di lancio della legge sul servizio civile era: "una scelta che cambia la vita!". Certamente questa non può essere la motivazione prioritaria, ma da rigorose indagini fatte tra i volontari, a 10 anni dalla legge, il livello di gradimento degli intervistati è di oltre l'80%.
Molti di loro hanno impiegato il periodo di servizio come anno sabbatico, per capire cosa "fare da grande", come continuare gli studi o cambiare il loro indirizzo o cercare un lavoro.
Molti hanno continuato il servizio civile, assunti dagli enti presso i quali avevano svolto il servizio con passione.
Altri ancora hanno continuato il servizio civile, con altri ruoli, attivandosi come "tutor" o come collaboratori negli enti di servizio civile.
In conclusione un'esperienza da proporre e se poi si riesce ad entrare nei circa 500 posti a disposizione del servizio europeo e internazionale, l'avventura può veramente "cambiare la vita"
Per tenersi informati sulle prossime partenze, probabilmente tra settembre e ottobre, bisogna tenere sempre d'occhio i siti degli enti di servizio civile e quello specifico del servizio civile nazionale.
Grazie Alberto di quanto hai condiviso! Sei disponibile a incontrare i giovani di Mestrino su queste tematiche?
Molto volentieri, credo molto nei giovani e nella loro capacità di cambiare le cose, anche in questo periodo buio!
Alberto Trevisan, Ho spezzato il mio fucile. Storia di un obiettore di coscienza, nuova edizione accresciuta e aggiornata (EDB, Bologna, 2010, con prefazione di don Giovanni Nervo, 173 pagine, euro 14,50).
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