mercoledì 28 ottobre 2015

Controcorrente. Legittima difesa


Pistola o tapparelle blindate?







Dopo aver subito, qualche tempo fa,  un furto in casa, non sono corso a comprare un'arma: ho installato le tapparelle blindate. La spesa non è stata di molto superiore. Lo stesso hanno fatto altri amici, nelle vicinanze, che, in seguito ad un periodo di furti seriali, hanno fatto ricorso a sistemi di allarme più o meno sofisticati. 

Leggendo della notizia del pensionato che ha ucciso un ladro che si è trovato in casa (o che ha visto dalla finestra, vedremo le indagini) dopo essere stato vittima di altri furti precedenti, ho temuto ancora una volta di andare proprio dalla parte sbagliata. Timore che si è rafforzato, leggendo i commenti alla notizia sulla rete. Ma, si sa, la rete è la fogna della società, il gabinetto della scuola, lo sfogatoio di paure e violenze represse.
Tutti puri e duri, in rete, anche gli assenteisti di Sanremo, gli elettori degli intrallazzisti delle mazzette, i difensori della famiglia tradizionale con moglie, figli e amante, i tecnici calcistici della domenica che incitano i figli alla vendetta nei tornei amatoriali, i genitori che derubricano a "ragazzate" veri e propri reati dei loro figli a scuola. Provare per credere: basta visitare i profili facebook di certi personaggi e soprattutto i commenti. Sorge il dubbio che questi ultimi siano prodotti in serie da perfide macchine automatiche che vogliono produrre l'uomo nuovo italicus. 
E chi non si lascia andare all'emotiva volgarità e violenza dei commenti, spesso strizza l'occhio alle più clamorose bufale della rete (vaccini, autismo, scie chimiche, gomplotti ecc.ecc...). 
Quando si ferma il computer per una settimana, e tace la rete con le sue perfidie, i suoi trabocchetti, le sue bufale, le sue esagerazioni strillate, i suoi guru, le sue novità incalzanti e fuori dalla sostenibilità biologica, allora si può leggere un libro. Provare per credere: in una settimana è possibile, pur continuando a fare tutto il resto... 

Articolo correlato: Io sto con Stacchio   

lunedì 26 ottobre 2015

Buona settimana


Ermanno Signorelli e Ornella Serafini in concerto a Rubano






"Dove tutti urlano non c'è voce che basti per farsi sentire; nella valle silenziosa un usignolo è concerto." (E. M. Signorelli)

Venerdì 30 ottobre Ermanno Signorelli sarà in  concerto a Rubano. Conosciutissimo e apprezzato dal pubblico specialistico e dalla critica nazionale e  internazionale, Signorelli si presenta questa volta ad un pubblico nuovo, variegato, fatto di amanti del jazz e non solo. La sua musica, semplice, ma profonda e originale saprà sicuramente conquistare anche un pubblico diverso.
Per avere un'idea di cosa si andrà ad ascoltare venerdì ecco due esempi il primo tratto da un lavoro discografico del 2003, il secondo da una performance dal vivo al festival internazionale del jazz "Trieste love jazz" 2013.
E proprio a Trieste, durante l'edizione 2015 del festival, lo scorso luglio ha presentato, con Ornella Serafini, il progetto che venerdì andrà in scena a Rubano.
Con le poche note che seguono, semplici e profonde, un augurio di una settimana serena.






"3" dal Festival internazionale Trieste love jazz 2013

"Grande gioco di accenti e spostamenti ritmici poche note, andrebbe fatto ascoltare nei programmi didattici delle scuole di musica" (da un commento su youtube)

martedì 20 ottobre 2015

Parole di scuola: V come viaggio d'istruzione


     


Ovvero...la gita






B come
 bidelli 
C come complessi: Edipo e Narciso Telemaco



 O  come orario;  P come professore

come  presideP,  come primo giorno




"Viandante il sentiero si apre camminando"


Il viaggio come conquista, come premio, come impegno verso gli altri, come vittoria su se stessi, come reale apertura mentale, come ponte verso il futuro lavorativo e l'impegno sociale: solo se una proposta possedesse almeno tre o quattro di questi presupposti varrebbe ancora la pena per gli insegnanti di affrontare i carichi di lavoro pesanti e i rischi connessi.
Che la tradizione del viaggio d'istruzione, più comunemente denominato gita scolastica, sia andato incontro ad un crescente degrado negli ultimi anni, è sotto gli occhi di tutti.
I luttuosi e recenti fatti di cronaca  non sono che la punta di un iceberg, che ha reso drammaticamente evidente quello che molti già sapevano.
Il viaggio, o la gita, si è ridotto ad una mera occasione di "evasione", graduata alle caratteristiche dell'età dei partecipanti. E intendiamoci, non la sana allegria, la piccola trasgressione, la maggiore libertà e autonomia, l'extra goduto in assenza degli occhiuti genitori, la musica, il far tardi in giro per le città, il sano cameratismo con i compagni e con gli insegnanti vissuti, per l'occasione,  in modo diverso e più libero. No, proprio occasione di adolescenziale trasgressione e basta. Quindi si va dalle urla e dall'indisciplina nei musei delle elementari, ai pigiama party delle notti insonni delle medie, all'alcool e alla discoteca per le superiori.
Perchè questo degrado? di chi le colpe? in primo luogo degli insegnanti che si sono ostinati a riprodurre destinazioni e schemi  validi in passato e non più adesso; gli insegnanti che hanno abdicato alla sorveglianza notturna (ma se non sei in grado di stare 3 giorni sveglio, perchè organizzi?). I dirigenti che temono di escludere i personaggi più scalmanati per paura delle reazioni dei genitori. Questi ultimi, pronti a minimizzare le eventuali colpe dei figli, derubricandole d'ufficio ad innocue bravate.
E allora non si salva nulla? tutto da buttare via arrendendosi a questo apparentemente inesorabile declino? privare i ragazzi di un'esperienza che può restare unica e comunque da ricordare per tutta la vita?
Sicuramente no. Personalmente, ricomincerei dagli scambi di classi, dove l'onere della sorveglianza e della responsabilità è almeno un po' attenuato perché condiviso con le famiglie ospitanti. 
Altri rimedi forti, per elevare lo stato di sicurezza e la valenza culturale delle iniziative non possono che essere la selezione dei partecipanti e la scelta attenta delle mete. I ragazzi ormai girano quasi tutti (ma non dimentichiamoci di quel quasi che manca all'appello!) con le famiglie e da soli. Bisogna allora individuare mete e modalità diverse da quelle praticabili in famiglia o  individualmente. Qualche anno fa io ne ho individuato alcune: la visita alle comunità italiane dell'Istria, la visita ai campi di sterminio nazisti, la visita al centro Paternostro di Brancaccio, creato da don Pino Puglisi, la visita alle scuole straniere, il trekking nei parchi naturali.
Adesso tocca a chi è ancora sul campo di battaglia individuare nuove mete, nuove strategie, nuove modalità: ma, per favore, non si può tornare indietro e basta. Tutto sta tornando indietro nel nostro paese: se lo fa anche la scuola ci avviamo ad un nuovo medioevo.  


domenica 11 ottobre 2015

Concerti d'ottobre: Tra tango, canzone napoletana e jazz

Venerdì 16 ottobre ha inizio la serie di concerti organizzata dall'Associazione Storia e Vita, con il patrocinio del Comune di Rubano e soprattutto con il contributo di una nutrita serie di conosciuti musicisti professionisti. 


La scelta, quest'anno, è caduta su musiche di ascolto immediato, ma colte e raffinate nello stesso tempo. Si inizia, quindi, con il tango argentino, con le sue varianti e i suoi precursori, dal vivo, con musica, parole e danza. Clicca qui per il programma


Seguirà, il 23 ottobre, la prima assoluta per il pubblico dello spettacolo di canzoni napoletane, ideato e animato da Rosella Caporale, Stefania e Valentina Todesco. La performance si é trasformata recentemente in un CD, edito da Velut Luna.  

Il 30 ottobre concluderanno la trilogia Ermanno Maria Signorelli, chitarra, e Ornella Serafini, voice, con il progetto già presentato nel luglio scorso al Trieste Loves Jazz 2015


Lo spettacolo è una metafora dell'avventura della vita sulla terra: la sua origine dal brodo primordiale, la curiosità inarrestabile e felice dell'infanzia, l'età della saggezza e oltre...
Dice Ornella di Ermanno Signorelli: "La sua musica incide emozioni nel cuore. Ascoltandola mi é venuta voglia di cantarla..." 


La manifestazione ha l'obiettivo di finanziare le restanti attività culturali dell'Associazione per l'intera stagione 2015-2016. 
Dopo i concerti il primo appuntamento sarà con Antonia Arslan, per la celebrazione del centenario del genocidio degli Armeni.



sabato 10 ottobre 2015

L'ipocrisia dell'ogm-free



“C’è un culto dell’ignoranza […], e c’è sempre stato. Lo sforzo dell’anti-intellettualismo è stato una traccia costante che si è spinta nella nostra vita politica e culturale, alimentata dalla falsa nozione che la democrazia significhi che “la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza”. I. Asimov



segue da: Le terribili manipolazioni che sconvolgono gli italiani
Sono molte le analogie tra il no al nucleare, senza se e senza ma, decretato in passato dall'Italia, e il no agli ogm di più recente ispirazione.
Nel primo caso tutti sanno che ci troviamo circondati da centrali nucleari straniere, in primis quelle francesi, alcune delle quali distano talmente pochi chilometri dal nostro confine di Ventimiglia che i francesi poco si accorgerebbero di un eventuale incidente, stante il regime dei venti preponderante in quella zona. Però da noi niente nucleare: grande rispetto per il popolo sovrano che lo ha ribadito con una scelta referendaria. Contraddizione, ma almeno in quel caso preoccupazione legittima e reale, visti i danni noti, certi ed eterni degli incidenti nucleari. Resta però l'ipocrisia.
Nel caso degli Ogm (organismi geneticamente migliorati?) l'ipocrisia è ancora maggiore: vietata la coltivazione in Italia, vietata di fatto la ricerca, perchè inibita quella in campo, che in agricoltura è essenziale, via libera, invece, all'importazione di mangimi geneticamente modificati per il sostegno indispensabile alla nostra filiera della produzione di carni e insaccati pregiati e protetti. Non lo affermo certo io, ma addirittura il Ministero dello sviluppo Agricolo!
Infatti ha ragione il ministero: la maggior parte dei mangimi (mais e soia) usati in ambito zootecnico sono di importazione (perchè l'Italia non potendo coltivare ogm ha perso in resa per ettaro e in competitività) e tra questi circa l'80% è geneticamente modificato. 
Ebbene non è successo niente, nessuno si è ammalato, nessuno è stato "infettato". Ma quello che fa più sorridere, o piangere, è l'importazione del cotone, anche questo per un settore di punta del made in Italy. Praticamente vestiamo ogm: qualcuno inizia a sentire uno strano prurito?
Ma c'è di "peggio": le bende e le garze con cui tutti siamo entrati in contatto almeno una volta sono di cotone...
Miliardi di persone nel mondo sono entrati in contatto attraverso il sistema circolatorio con gli ogm: tracce di proteine allergeniche? non pervenute! e dire che quello della ipotetica produzione di  proteine sconosciute e di misteriose "tossine" negli OGM è il cavallo di battaglia dei novelli proibizionisti, che si appellano al principio di precauzione.

E ancora: il 62% del mais prodotto in Italia, con coltivazioni tradizionali, non è adatto all'alimentazione umana, per un elevatissimo inquinamento di tossine da fungo, le "fumonisine".

 Per concludere: cari amici anti ogm, evitate di entrare in contatto con la carta e continuate a dilettarvi nel più asettico web. Perchè? perchè la carta viene prodotta utilizzando frammenti di pioppo e chi vi può assicurare che questo legno non venga dalla Cina? Proprio li infatti sono stati impiantati 150.000 ettari di pioppi sperimentati dal prof. Francesco Sala. Il professore, illustre genetista della Statale di Milano, non potendo sperimentare in campo i suoi meli valdostani resistenti alle larve parassitarie e il riso Carnaroli, immune dagli attacchi fungini, si dedicò allo sviluppo di pioppi resistenti agli insetti e riuscì a impiantarli, però in Cina...

  

lunedì 5 ottobre 2015

Parole di scuola: il primo giorno che vorrei



 Elogio del dubbio
"Tu, tu che sei una guida, non dimenticare che tale sei, perché hai dubitato delle guide! 
E dunque a chi è guidato 
permetti il dubbio!" 


Anche quest'anno mi sono chiesto quale primo giorno di scuola avrei voluto da studente. Magari in un ipotetico liceo, non più solo classico, col cumulo di nozioni, date e regole di grammatica, nel tempo rivelatesi inutili. Un liceo un po' più moderno, che non perda pezzi e iscritti come sta accadendo adesso, ma che sappia mettere insieme la conoscenza del passato e delle nostre origini greche e latine con quella del  metodo scientifico.  Un liceo che insegni un metodo per affrontare la vita e il lavoro: un liceo fondato sul dubbio e senza nessuna certezza. Quindi al primo giorno avrei voluto un insegnante che mi leggesse i versi che seguono e che impiegasse tutto l'anno per spiegarmeli e approfondirli. Ma è evidentemente chiedere troppo in una scuola che non solo non  fa scienza, ma guardando alla filosofia  si limita alla sua storia. 



Elogio del bubbio, di Bertold Brecht

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate 
serenamente e con rispetto chi 
come moneta infida pesa la vostra parola! 
Vorrei che foste accorti, che non deste 
con troppa fiducia la vostra parola. 

Leggete la storia e guardate 
in fuga furiosa invincibili eserciti. 
In ogni luogo fortezze indistruttibili rovinano e 
anche se innumerabile era l'armata salpando, 
le navi che tornarono le si poté contare. 

Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta e giunse una nave alla fine 
dell'infinito mare. 

Oh bello lo scuoter del capo 
su verità incontestabili!

Sono coloro che non riflettono, a non 
dubitare mai. Splendida è la loro digestione, 
infallibile il loro giudizio. 
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi. 
Se occorre, tanto peggio per i fatti. 
La pazienza che han con se stessi 
è sconfinata. Gli argomenti 
li odono con gli orecchi della spia. 

Con coloro che non riflettono e mai dubitano 
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono. 
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì 
per schivare la decisione.
Le teste le usano solo per scuoterle. 
Con aria grave mettono in guardia dall'acqua i passeggeri dl navi che affondano. 
Sotto l'ascia dell'assassino 
si chiedono se anch'egli non sia un uomo. 

Dopo aver rilevato, mormorando, 
che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto. 
La loro attività consiste nell'oscillare. 
Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua. 

Certo, se il dubbio lodate 
non lodate però 
quel dubbio che è disperazione! 
Che giova poter dubitare, a colui 
che non riesce a decidersi! 
Può sbagliare ad agire 
chi di motivi troppo scarsi si contenta! 
ma inattivo rimane nel pericolo 
chi di troppi ha bisogno. 

Tu, tu che sei una guida, non dimenticare 
che tale sei, perché hai dubitato 
delle guide! E dunque a chi è guidato 
permetti il dubbio! 


e dopo il primo?

domenica 4 ottobre 2015

Organismi cisgenici



Le diaboliche manipolazioni che sconvolgono gli italiani.










Nell'articolo di ieri, dedicato agli OGM si trattava anche della follia tutta italiana di ostacolare a tutti i costi la ricerca sugli ogm in campo. La decisione, assunta da politici del tutto a digiuno non solo dei risultati della ricerca scientifica, ma anche della terminologia più elementare (transgenico v/s cisgenico), esclude il nostro paese dalle innovazioni in ambito genetico-agrario, dove invece in passato era all'avanguardia.
Ecco la prima delle storie promesse, tratta dal racconto che ne ha fatto in senato Elena Cattaneo.


L’Italia, come sappiamo bene, esporta mele in tutta Europa: sono dei prodotti tipici, dalle splendide mele dei nostri colleghi trentini, a quelle della Valle d’Aosta, alle mele annurche campane. Tra l’altro, nel nostro Paese queste piantagioni hanno anche una rilevanza ambientale e culturale notevole: alcune piantagioni arrivano dal Medioevo.
Tuttavia il clima è cambiato e in tutto il mondo – lo ripeto, in tutto il mondo – i meli sono attaccati da un flagello, un fungo responsabile della più grave e diffusa malattia delle mele: la ticchiolatura, che danneggia la pianta e produce delle macchie sul frutto rendendolo non più commerciale. Lo scorso anno in una Regione d’Italia sono stati effettuati più di 30 trattamenti di pesticidi per difendere le mele dai parassiti. Anche le mele biologiche sono trattate con le sostanze chimiche consentite per questo tipo di coltivazioni: i sali di rame. È un metallo pesante, tossico, che resta nel terreno per decenni. Non sarebbe bello avere delle mele che resistono alla malattia, cosicché si ridurrebbe drasticamente il numero di trattamenti con agrofarmaci? Ecco la storia del professor Silviero Sansavini dell’università di Bologna, un distinto signore, ora professore emerito, che ha più di 70 anni. Insieme al professor Tartarini scopre che una mela selvatica è immune dalla ticchiolatura perché porta un gene, che si chiama VF, che la protegge e le dà questa protezione in dono dalla natura. È una selezione naturale. I ricercatori cercano di incrociare questa mela selvatica con le mele che noi siamo abituati a mangiare, ma non ci riescono perché, durante questo incrocio, non passa solo il gene di interesse ma anche migliaia o centinaia di altri geni che tolgono il valore organolettico a quella mela. Sansavini e Tartarini, in un laboratorio universitario prendono una mela della varietà Gala, una delle favorite dagli italiani, ma che deve essere spruzzata con decine trattamenti, e impiantano in quella mela Gala quel gene, quello che la rende immune dal parassita. Erano gli anni 1992 e 1993, e l’Italia era all’avanguardia nel mondo nel campo delle biotecnologie agrarie. I nostri genetisti agrari tenevano ancora alta nel mondo la bandiera di Nazzareno Strampelli, universalmente riconosciuto come il fondatore del miglioramento delle piante su basi scientifiche.
Ma torniamo alle mele. Dopo pochi anni, le prime prove sulla mela Gala, fatte su meli coltivati in serra, danno i risultati sperati e, nel 2002, il nostro Paese è il primo al mondo ad arrivare a un risultato che era desiderato da tutti. A Bologna quei meli geneticamente modificati, che ridurrebbero l’impatto ambientale, se coltivati, stanno in un cassetto. Dobbiamo aver paura di questa mela? Viene chiamata cisgenica, perché si sposta un gene da una pianta a un’altra pianta della stessa specie. Non è progettata per essere venduta insieme a un pesticida. Anzi, ne riduce fortemente la necessità e la pianta non deve essere riacquistata tutti gli anni dall’agricoltore.
Il professore Sansavini avrebbe potuto brevettare la tecnologia di trasferimento del genere, ma non ha voluto perché ha pensato che non fosse giusto e l’ha resa di dominio pubblico. Chiunque nel mondo può utilizzare quel metodo per produrre mele resistenti alla malattia. Una bellissima storia, che però finisce qui, con la soddisfazione di un professore di essere stato il primo al mondo a realizzare un risultato cui tutti ambivano, ma anche con la lacerazione professionale di non avere mai visto la sua scoperta in campo perché il Ministero dell’agricoltura, dal 2002 vieta la sperimentazione in campo aperto.
In Olanda e in Svizzera, invece, hanno sviluppato l’uso del gene scoperto da Sansavini, hanno avuto l’autorizzazione alla coltivazione in esterno, con tutte le norme di sicurezza, e ora hanno campi di meli resistenti alla malattia. Sono tanti gli esempi di questo tipo...
Da www.pietroichino.it

Segue in: L'ipocrisia dell'OGM-free

sabato 3 ottobre 2015

Degli OGM

Ovvero dell'unità della nazione




L'opposizione agli OGM è ormai rimasto l'ultimo vessillo che accomuna tutti gli italiani: destra e sinistra, animalisti e cacciatori, vegani e amanti del buon cibo, nord e sud, giudici e comitati di base, colti e incolti, credenti e no, politici e cultori dell'antipolitica, cultori del web e teledipendenti, piccoli agricoltori e grande industria del bio, ambientalisti e produttori di antiparassitari.  Neanche la Costituzione è mai riuscita a tanto.
Nel panorama dei "concordi" manca solo la razionalità scientifica, la capacità cioè di affrontare le i problemi e le novità senza pregiudizi di alcun tipo, basandosi sui dati e sulla ricerca. Una sindrome simile colpì gli italiani circa 15 anni fa quando fiorirono i comitati, le assemblee, gli esperti nati dal nulla e le petizioni contro le antenne della nascente industria dei cellulari.
Se chi allora era contro avesse vinto la battaglia, nel nome del principio di precauzionalità (non esistendo neanche in quel caso dati sui danni da onde a bassa intensità), probabilmente oggi non ci sarebbe la battaglia a testa bassa contro gli OGM, poichè mancherebbe la principale fonte di informazione o di disinformazione, costituita dalla rete a disponibilità immediata.  
Certo la questione è complessa, ma è veramente incredibile assistere alla confusione che si fa in proposito a tutti i livelli. Qualcuno è ancora fermo a quello che ha studiato a scuola negli anni 50 durante le ore di biologia e immagina che gli ogm provengano da mutazioni genetiche indotte dai raggi X come negli esperimenti di Morgan sulla drosophila.
I più avvertititi non conoscono la differenza tra organismi transgenici (cioè portatori di geni, provenienti da altri organismi e introdotti in laboratorio) e organismi cisgenici, cioè portatori di geni provenienti dalla stessa specie o da una specie vicina evolutivamente. Pochissimi sanno che molti farmaci come ad esempio l'insulina, l'ormone della crescita, gli interferon antitumoprali, il vaccino contro la meningite, non sono prodotti di sintesi ma provengono da microorganismi geneticamente modificati.
Quasi nessuno sa che non solo le sementi OGM, ma anche quelle non OGM sono in mano alle multinazionali del seme. 
Sulle dita di una mano si contano quelli che hanno accolto con "dolore", perchè di un crimine contro la scienza si tratta, la recente sentenza del Consiglio di Stato  che ha definitivamente messo la pietra tombale sulla ricerca in Italia, vietando la sperimentazione di OGM in campo aperto.  
La lungimiranza e la competenza dei politici di ogni orientamento può essere testimoniata da alcune brevi storie che vi racconterò nei prossimi giorni.   Segue qui: "le diaboliche manipolazioni..

Per approfondire sul web:
Vantaggi e svantaggi degli ogm
Luoghi comuni, duri a morire

Esperienze e ricerche buttate via

E su carta: 
Meldolesi - Organismi geneticamente modificati-Einaudi

Un'ampia bibliografia in questo link

giovedì 1 ottobre 2015

Renzi l'iperberlusconiano 2





Critica e autocritica







Continua da l'iperberlusconiano, 1

In realtà, quando dice che ci si deve liberare del berlusconismo e dell’antiberlusconismo Renzi ha di mira solo quest’ultimo, non c’è un solo elemento del berlusconismo che non abbia fatto proprio e non stia realizzando: giustizia, informazione, lavoro, riforma istituzionale, i quattro capisaldi della lobotomizzazione della democrazia (già in crisi da decenni di partitocrazia) tentata dal Cavaliere per antonomasia poi Criminale qualificato. Lobotomizzazione che implica la distruzione di tutti i contrappesi che fanno della democrazia liberale un sistema di governo limitato: magistratura autonoma, informazione indipendente, sindacati rappresentativi e forti, impossibilità di occupare a maggioranza le istituzioni di garanzia.

Di fronte a questa realizzazione del berlusconismo ha però poco senso indignarsi. È addirittura offensivo e vergognoso se a farlo sono quanti propiziarono o subirono le stagioni dell’inciucio (si pecca egualmente per atti e per omissioni, e più che mai per viltà). Non dimentichiamo che la “sinistra” di establishment è stata al governo quasi otto anni in questi ultimi venti, che pure chiamiamo giustamente “ventennio berlusconiano”, visto che tali governi niente hanno fatto “di sinistra” (il governo Prodi col suo pessimo ministro della giustizia si segnalò per una persecuzione contro "Mani pulite" da far invidia al precedente governo Berlusconi). 

I pochi che invece parlarono di regime, come era doveroso vista che si trattava di una verità fattuale, e che poi pochi non erano (oltre un milione a san Giovanni a Roma il 14 settembre del 2002 in una indimenticabile “festa di protesta”, ad esempio), benché da trovare col lanternino tra intellettuali e altri “opinion maker”, anziché piegarsi nella nostalgia dovrebbero provare a capire perché quelle straordinarie energie che suscitarono e catalizzarono nella società civile non hanno trovato espressione politica. Espressione politica adeguata, che il 25% di voti al Movimento 5 Stelle è ancora l’onda lunga di quella stagione di lotta, dai girotondi ai popoli viola alle manifestazioni contro il bavaglio ai se non ora quando, ma un'onda che non metterà palafitte e dunque non sarà mai alternativa (benché in mancanza di essa resti il solo voto possibile del non piegarsi e non mollare). 

Questa riflessione abbiamo già avviato per tempo, nel numero 1/14 (dialogo con Rodotà) e nel numero 8/14 (Sinistra e Parresia), ma bisognerà tornarci, soprattutto dopo l’articolo di Rodotà su Repubblicadel 25 agosto, che giustamente si scaglia contro “il risveglio tardivo dei critici di Renzi”, ricordando che “in politica i tempi contano per chi agisce e per chi discute” e “non basta fare la buona battaglia, bisogna farla al momento giusto”. Bisognerà tornarci, e presto, perché riguarda tutti noi che abbiamo combattuto Berlusconi e che quella alternativa non abbiamo saputo o voluto costruire, o addirittura abbiamo distrutto alternative in cantiere, malgrado ci siano state offerte parecchie occasioni, anche nei due o tre anni più recenti. 

copyright © Paolo Flores d’Arcais

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