A come analfabeta; B come banco; C come collegio docenti, consiglio d'istituto, continuità; D come dirigente; E come etica, empatia, esami; F come finanziamenti; G come genitori; H come handicap; I come insegnante, le tre I; L come LIM;
M come media; N come numero; O come opportunità; P come professore, P come preside; Q come qualità; R come ripetente; S come semi; T come terremoto; U come unico; V come valigia; Z come zaino, zerbino.
G come Genitori
Tutto quello che un genitore e un insegnante della primaria dovrebbe sapere e applicare...
Un bambino risponde “grazie” perché ha
sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni
a dirlo.
Un bambino si muove sicuro nello
spazio quando è consapevole che tu non lo trattieni, ma che sei lì nel caso lui
abbia bisogno di te.
Un bambino quando si fa male piange
molto di più se percepisce la tua paura.
Un bambino è un essere pensante, pieno
di dignità, di orgoglio, di desiderio di autonomia, non sostituirti a lui,
ricorda che la sua implicita richiesta è “aiutami a fare da solo”.
Quando un bambino cade correndo e tu
gli avevi appena detto di muoversi piano su quel terreno scivoloso, ha comunque
bisogno di essere abbracciato e rassicurato; punirlo è un gesto crudele,
purtroppo sono molte le madri che infieriscono in quei momenti. Avrai modo più
tardi di spiegargli l’importanza del darti ascolto, soprattutto in situazioni
che possono diventare pericolose. Lui capirà.
Un bambino non apre un libro perché
riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la
lettura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto
meraviglioso nell'oggetto che voi tenete sempre in mano con quell'aria soddisfatta.
Un bambino crede nelle fate se ci
credi anche tu.
Un bambino ha fiducia nell'amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è
quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva
esseri umani terrorizzati dai sentimenti.
“Non sono nervosa, sei tu che mi rendi
così” è una frase da non dire mai.
Un bambino sempre attivo è nella
maggior parte dei casi un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo,
non è un paziente da curare con dei farmaci; provate a portarlo il più
possibile nella natura.
Un bambino troppo pulito non è un
bambino felice. La terra, il fango, la sabbia, le pozzanghere, gli animali, la
neve, sono tutti elementi con cui lui vuole e deve entrare in contatto.
Un bambino che si veste da solo
abbinando il rosso, l’azzurro e il giallo, non è malvestito ma è un bambino che
sceglie secondo i propri gusti.
Un bambino pone sempre tante domande,
ricorda che le tue parole sono importanti; meglio un “questo non lo so” se
davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi sugli specchi lui lo capisce e
ti trova anche un po’ ridicola.
Inutile indossare un sorriso sul volto
per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore, lo legge, attraverso
la sua lente sensibile, nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano
segnali contrastanti, resta confuso, spaventato, spiegagli perché sei triste,
lui è dalla tua parte.
Un bambino merita sempre la verità,
anche quando è difficile, vale la pena trovare il modo giusto per raccontare
con delicatezza quello che accade utilizzando un linguaggio che lui possa
comprendere.
Quando la vita è complicata, il
bambino lo percepisce e ha un gran bisogno di sentirsi dire che non è colpa
sua.
Il bambino adora la confidenza, ma
vuole una madre non un’amica.
Un bambino è il più potente miracolo
che possiamo ricevere in dono, onoriamolo con cura.
Fonte: Federica Morrone
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