Consiglio del 4 marzo,
martedì grasso
Ecco la traccia del mio intervento in Consiglio sull'affaire Arlesega. Nel prossimo post, le osservazioni sul merito.
Picolo paese benedeto,
dove te ghe
sentio el primo canto
da quando
giera ancora picoleto
e dove
rincurà te ghe el me pianto
sora la tomba
cara del papà
che ancora mi
no’ go desmentegà.
Arlesega ha almeno due
cittadini illustri: Giuseppe Sacchetti e Bepi Missaglia.
Missaglia, con i versi che
ho appena letto riassume in modo magistrale l’amore e il legame che può e deve
legare alla propria terra.
Di Giuseppe Sacchetti, c’è anche una lapide commemorativa sulla casa
natale
Già nel 1945, il borgo contava oltre 1000 abitanti concentrati per lo più in piccolissime abitazioni.
Nel 1975 si registra il minimo storico con soli 650 abitanti.
A partire dal 2007 il paese borgo si stabilizza sui 1000 abitanti con l’apporto di molti immigrati, anche extracomunitari, e come conseguenza dell’esodo dalle città e della possibilità di reperire terreno
edificabile a costi ragionevoli.
Nessuno può in buona fede
negare che Arlesega, dopo anni di oblio, meriti qualcosa e che questo
qualcosa arrivi rapidamente. Anche per noi di ViviMestrino, il pensiero ad
Arlesega era prioritario e probabilmente anche noi, se vincitori della competizione elettorale, saremmo arrivati con
qualcosa in mano, ma sicuramente con uno stile e un metodo diverso.
Proverò a spiegare il nostro
punto di vista su questo tema, quello del metodo, rinviando agli interventi successivi dei colleghi le
osservazioni nel merito.
Ad Arlesega risiedono ancora
diverse famiglie storiche, che secondo la voce popolare sono le famiglie che
contano, e altre famiglie storiche che contano un po’ meno... Poi ci sono i
ritorni dei figli e dei nipoti nelle case e nei terreni dei genitori e dei
nonni ed infine gli immigrati, alla ricerca di case a basso costo e/o di una
tranquillità agreste, disponibili per questo a rinunciare a occasioni e sistemazioni più stimolanti.
Non so quali di queste
categorie di cittadini siano state interpellate dall'amministrazione per redigere il progetto,
probabilmente molto poche o nessuna e comunque nessuna pubblicamente.
Noi non recriminiamo che
qualcuno dei nostri, pur appartenendo alla storia passata e attuale di Arlesega
non sia stato neanche interpellato, si tratta in questo caso di sensibilità
personali.
Non recriminiamo neanche che
non sia stata coinvolta né informata l’opposizione; non era un dovere della
maggioranza, non era dovuto né umanamente né politicamente.
Noi non recriminiamo nulla. NOI PROTESTIAMO, perché non è stata né informata né coinvolta la popolazione di
Arlesega, per una decisione che attiene alla vita quotidiana del presente e del
futuro e all’utilizzo delle SUE risorse economiche e alle scelte non tanto
estetiche quanto di priorità e di utilità.
E la nostra protesta è
ancora più forte perché non si tratta di un incidente di percorso, al quale
l’amministrazione ha cercato di rimediare convocando in gran fretta
un’assemblea pubblica, dopo che noi ci eravamo fatti promotori di un’iniziativa
di informazione e di raccolta di pareri.
Non si tratta di un
incidente di percorso: nonostante nelle linee programmatiche della lista
Pedron si parli espressamente di coinvolgimento della popolazione.
Quello adottato nella
realtà, invece, è un metodo,
scientificamente perseguito, che va
avanti dal 2008, passando attraverso la cessione della scuola Arcobaleno, che
si voleva fare addirittura attraverso una trattativa privata da ente a ente
pubblico, e poi ancora, l’azzeramento delle commissioni consiliari, l’assenza
di qualsivoglia consultazione della popolazione, se non qualche rarissima
seduta meramente informativa, il mancato coinvolgimento delle società sportive
per la costruzione degli spogliatoi della tensostruttura, per arrivare adesso a
questo progetto di "riqualificazione del centro storico" mascherato da intervento sulla sicurezza stradale, forse in onore della ricorrenza carnevalesca.
Con questo metodo si possono
vincere alcune contese elettorali, approfittando prima dell’effetto sorpresa,
poi della trita e ritrita storia del risanamento del debito, poi della sbandierata
filosofia del “fatti non chiacchiere”, ma sicuramente si otterrà anche
l’impoverimento della vita comunitaria, politica e culturale e Mestrino,
Arlesega in testa, si avvierà a diventare un quartiere dormitorio. Chiedo a Voi
e soprattutto ai cittadini attualmente in sonno, se è questo che veramente si
vuole.
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