Nuovo statuto
del Comune di Mestrino
Lo statuto albertino del 1848 sopravvisse a più di cento anni di mutamenti politici, istituzionali ed economici, perchè, pur essendo una "graziosa" concessione reale, rispetto ai tempi portava elementi di sostanziale modernità e soprattutto elementi di elasticità, che gli permisero di sopravvivere a regimi diversi.
Non altrettanto si potrà dire del nuovo statuto del comune di Mestrino, che trovandoci noi adesso in epoca moderna, in regime costituzionale e non assolutistico, in un'era di veloce diffusione delle notizie e delle idee, di nuove forme di partecipazione dei cittadini, avrebbe sicuramente potuto essere più innovativo, ma soprattutto maggiormente condiviso.
Invece, in commissione, si è svolto un'inutile esercizio dialettico, da parte di tutti, col risultato che le mediazioni, ricercate con pazienza e ottenute dalla minoranza, sono state solo marginali, direi quasi esclusivamente grammaticali.
In sintesi abbiamo una riedizione del vecchio statuto (chi c'era ricorderà l'appassionato lavoro di tutti per giungere a una "carta" comune), peggiorata in alcuni punti fondamentali, come l'accesso al referendum consultivo, che viene fortemente limitato.
A questo punto è evidente che la posizione dell'amministrazione è di scontro frontale, ma non capiscono che, così facendo si mettono non contro una parte politica, cosa legittima, ma contro una parte, consistente, dei cittadini, perpetuando steccati, che hanno motivo di essere in campagna elettorale e in politica, ma non nell'amministrazione e nella gestione della cosa pubblica.
Poichè nella vita nulla è immutabile, viene da dire: a buon rendere!
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