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L'immaginario collettivo è una brutta bestia
Immaginario collettivo o spirito dei tempi, decidete voi. Dalla più innocua e molto più divertente mania del lato B, argomento principe dell'immaginario, che ha dato di recente origine alla moda del belfi, la mente collettiva italiana si è fatta irretire da paure e pensieri meno allegri, da pesanti luoghi comuni gravidi di conseguenze sociali e politiche, da paure ancestrali e irrazionali, da un orribile senso comune fondato sulle apparenze e alieno dai numeri e dalla realtà fattuale. Un po' come per i vaccini, per capirci.
Un senso comune collettivo deviato, che purtroppo va oltre l'intelligenza e i comportamenti personali nella piccola cerchia sociale, che rimangono accettabili, un senso comune che, in ambiti più ampi, diviene ogni giorno di più preda dell'irrazionale e della paura.
"Prima vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.." Dovrebbe essere letto, parafrasato, riassunto e infine imparato a memoria il sermone di Martin Niemölle, con tutte le sue innumerevoli variazioni sul tema.
Adesso dopo anni di martellamento leghista anti stato e anti meridionali è arrivata il tempo del martellamento anti immigrati e dell'emergenza sbarchi. Per carità, un problema di evidentissima gravità, ma può definirsi emergenza un evento che si presenta ogni giorno?
Cosa fa allora la pseudo sinistra immemore delle paure fomentate dal fascismo e dal nazismo e degli orrori che ne seguirono nel secolo breve? Impone al dibattito la propria etica? la propria visione del mondo, adattandola al necessario pragmatismo di governo? la propria tradizione migliore? abbozza soluzioni e proposte praticabili? propone un uso di risorse più produttivo e meno a rischio di accaparramenti mafiosi e pseudo cooperativi? No! Rincorre la destra più oltranzista, dimentica che dove agisce con intelligenza, attraverso la linea dell'accoglienza diffusa, come in Toscana, il fenomeno desta meno paure irrazionali, dimentica il ruolo realistico che l'Italia potrebbe esercitare nel panorama internazionale, condizionando di fatto interventi e patteggiamenti ... Rincorre le farneticazioni grilline anti-ong, compie quel passo che neppure il peggior berlusconismo pro gheddafi aveva osato compiere: rimandare i naufraghi o aspiranti tali, nei lager libici.
E queste non sono fantasie buoniste: ho sentito personalmente i racconti di chi quei campi li ha attraversati e se non dovesse bastare a credervi, ecco un filmato assai eloquente, girato nei campi libici ufficiali; in quelli in mano alle bande armate accade anche di peggio.
In un crescendo di rincorse verso il nichilismo dell'azione e dell'intelligenza, si lascia che prenda piede l'equivoco dell'invasione quando in realtà i numeri e i confronti con altri paesi dicono altro, si lascia che la guerra alle ONG iniziata dallo smemorato di Avellino, si trascini nei talk show e soprattutto che entri definitivamente nell'immaginario collettivo, imponendo un codice di comportamento all'apparenza coerente, serio e legittimo, ma che svela ben presto la nudità del re: il vero obiettivo é lasciare mano libera ai libici, per altro di un governo fantoccio, e rimandare i migranti nei campi da cui sono
fuggiti. Tutto va bene, purchè non si vedano più qui o purchè ne arrivino meno, perchè l'Italia "sta scoppiando". Questo è quello che propaganda la vulgata fascio-leghista-grillina, questo è quello che goccia dopo goccia è penetrato nell'immaginario collettivo. Ma sarà vero?
Proviamo a guardare un po' i numeri:
(nella colonna di destra il numero di rifugiati ogni mille abitanti)
Dalle guerre umanitarie a cui l'Italia ha largamente partecipato, si passa insensibilmente alla guerra all'umanitario, alla criminalizzazione delle ONG, alle invettive contro Saviano, alla strumentalizzazione delle parole parole del Cardinale Bassetti presidente della CEI. E si ignorano le dissociazioni e le precisazioni del Priore di Bose, Enzo Bianchi
Se poi pensiamo che siamo appena all'inizio delle danze e che le migrazioni epocali, quelle vere, quelle delle migrazioni climatiche, devono ancora iniziare..
Per approfondire:
Non ci sono solo le colpe della colonizzazione del secolo scorso, l'occidente ne ha di ben più recenti: Da un articolo di Iacopo Fo
Bibliografia:
- Storia delle migrazioni di Homo sapiens: Calzolari- Pievani, Libertà di migrare, Einaudi
- Come l'immigrazione sta cambiando il volto dell'Europa: Massimo Franco, L'assedio, Mondadori
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