martedì 22 agosto 2017

Luoghi comuni e non- Viaggio nella Toscana minore, 5





Monteriggioni









Continua da: Una storia partigiana 

E' sicuramente molto arduo arrivare in cima al castello di Monteriggioni, come sperimentarono i fiorentini  quando lo cinsero invano d'assedio. 

L'eccezionale spiegamento di torri colpì Dante che nell'Inferno le ricorda paragonandole ai giganti delle bolge infernali:  "Però che come sulla cerchia tonda / Monteriggion di torri si corona / così la proda che il pozzo circonda / torreggiavan di mezza la persona / li orribili giganti.."



Ma al di là della storia e delle sue testimonianze che trasudano da ogni pietra, a Monteriggioni c'è anche la vita moderna, l'imprenditoria dei ristoratori, degli albergatori e dei giovani e meno giovani che hanno impiantato piccole imprese alternative e dai prodotti raffinatissimi.

Così si fa la conoscenza di Giuditta Viscardi o meglio del suo compagno che ne illustra con infinita passione le costosissime opere in ceramica e i gioielli citati da Vogue,  ma poiché è un gran chiacchierone e forse avendo capito che non ho nulla da comprare, si mette a a parlare di sé, cosa che accade molto di frequente ai viandanti. 
Così si iniziano ad acquisire le prime informazioni sulla "selvaticità" dei senesi, sul loro orgoglio contradaiolo, sul gran rifiuto a Fanfani che voleva far passare l'autostrada da Siena, per poi dirottarla prontamente su Arezzo. Si parla poi dell'altro gran rifiuto alle fabbriche orafe che volevano impiantarsi nel senese, e che poi hanno trovato interessata ospitalità nell'aretino. Il nostro principe consorte, allora impiegato di Banca, era costretto a portare i lingotti d'oro da piazza Salimbeni alla nascente Uno-a-erre. Siena continuava ad essere città di banchieri, con gli esiti che sappiamo, Arezzo sviluppava le industrie. 
Non sono sicuro, però, che il rifiuto della modernizzazione sia stato interamente perdente per i senesi e lo vedremo più avanti quando si inizierà a parlare di contrade.

Poco più avanti la "Spezieria Toscana" di Federico Minghi, "spacciatore" di biscottini toscani "fatti a mano uno per uno con i migliori ingredienti a km zero". Dopo un po', stanco delle chiacchiere, che a quanto pare deliziano i radical chic e i ricchi americani, e fatto un rapido calcolo mentale del costo al Kg (circa 50 euro!), decido di optare per la pizza in piazza del più casereccio gestore napoletano.
Appena in tempo per assistere alla meditazione yoga di un santone indù accovacciato sulla pietra rovente della chiesa che ho davanti agli occhi. Di andare nella lercia stanzetta dell'ostello allestito dal volenteroso parroco non ho proprio voglia e, visto che la tappa è stata in fondo breve, perchè non fare il giro completo dei 560 metri delle mura? Così un'altra scoperta: dalla parte nord le torri sono tutte mozzate, un accorgimento del 1500, quando, comparse le armi da fuoco, si doveva offrire il minore fronte possibile al fuoco degli assedianti.  
Imperdibile il tramonto, romantico e nello stesso tempo austero dalla porta san Giovanni a sud:

Porta San Giovanni



Segue in: E infine Siena      

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