Follia collettiva, ma minoritaria
Era da poco entrata in vigore in Italia la cosiddetta legge Sirchia che imponeva in divieto di fumo negli spazi pubblici, quando mi trovai ad avere ospiti gli insegnanti francesi di una scuola con la quale avevo promosso uno scambio. Fortissima la loro meraviglia nell'osservare come, inaspettatamente per loro, gli italiani si fossero così prontamente adeguati al divieto. In Francia il divieto totale arrivò solo nel 2008!
Solo uno squilibrato al giorno d'oggi contesterebbe il divieto ricorrendo ad argomenti del tipo: "non tutti quelli che fumano muoiono di cancro ai polmoni" oppure "lo stress da astinenza dalla nicotina può indurre gravi alterazioni nervose".
E soprattutto nessuno oserebbe mettere in dubbio il rispetto che si deve ai minori e ai non fumatori rispetto al fumo passivo.
Per i vaccini, invece, l'argomento principe della vulgata internettiana è proprio questo: "Non ho fatto la vaccinazione ai miei figli e non si sono ammalati" (sticaz..)
Segue a ruota: "i vaccini non sono sicuri e non voglio rischiare per i miei figli".
Agli antivaccinisti mi viene di consigliare, in proposito, di astenersi ferreamente dal bere acqua: è noto infatti che l'ingestione di tale pericolosissimo liquido può alla lunga provocare dolorosissimi calcoli al rene...
Mi viene in mente anche quella scrupolosissima e super informata mamma a cui fu chiesto in sequenza: "Dai a tuo figlio le merendine con l'olio di palma". "Giammai!" fu la risposta pronta e informata. E alla seconda domanda: "L'hai vaccinato?" altrettanto secca la risposta: "No!".
Ma tralasciamo questa minoranza di esaltati super informati, trasversale al credo politico e religioso, nonchè
ai livelli di istruzione formale (e qui ci sarebbe molto da dire sull'efficacia dell'insegnamento scientifico in Italia). In fondo si tratterebbe pur sempre di una minoranza di eccentrici, fisiologica in ogni società, se non facessero male a nessuno, come noi residui fumatori (negri, donne e meridionali) che aspiriamo ormai quasi di nascosto. Il problema è che loro fanno male alla società, ai loro figli, e rischiano di farlo anche ai miei ed ai vostri.
"L'immunità di gregge", un principio che dovrebbe essere noto a tutti è per loro una pericolosa coercizione della libertà individuale.
Ma veniamo al dunque.
Premesso che contro le verità di fede e le credenze non si può combattere con argomenti razionali e che una piccola frangia di fanatici è fisiologica in ogni società, premesso che i comportamenti irresponsabili possono danneggiare la società tutta, premesso che il pericoloso diffondersi di tali atteggiamenti ha già messo in evidenza i primi rischi, cosa si può fare?
In prima battuta sicuramente una campagna di informazione e di facilitazione della vaccinazione, che recupererebbe la maggior parte dei dubbiosi, che non sono necessariamente dei folli e vanno rassicurati. Non inutile qualche azione collaterale, come il richiamo alla responsabilità dei pediatri e dei medici generici, anche arrivando alla sospensione dall'ordine, come è stato fatto per il santone Gava (quello che "dalla mia esperienza trentennale di clinico appare evidente che i bambini no vaccinati sono più sani").
La televisione pubblica, inoltre, ben farebbe a non mandare in onda programmi ambigui come quello recente di report. In proposito anche la Gabanelli, sentita con le mie orecchie durante un'intervista ad Augias, lo ha definito imprudente..
E a questo punto l'obbligatorietà, come stanno già facendo saggiamente alcune regioni, sarebbe il passo necessario: come nel caso del fumo gli italiani capirebbero.
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