Cultura in salsa mestrinese
Si è svolto ieri sera un consiglio comunale di routine: l'approvazione del conto consuntivo, un'operazione meramente contabile che ha dato all'opposizione l'occasione per stigmatizzare scelte e comportamenti antidemocratici, immobilisti e retrogradi della giunta Pedron e dei suoi accoliti. Segue una sintesi del mio intervento.
Il ritardo. "La presentazione del conto consuntivo è una formalità contabile, che di
per sé non si presta ad osservazioni e richieste di modifica, essendo la
fotografia, per forza di cose veritiera, di quanto è stato realizzato o non
realizzato dall'amministrazione. Il moderno software che lo sottende impedisce
errori formali, anche se non ha potuto impedire che ancora una volta il comune
di Mestrino si sia presentato a questa scadenza prevista dalla legge con quasi
due mesi di ritardo: dal 30 aprile siamo arrivati al 28 giugno.
Le imprecisioni. E il software non ha potuto evitare qualche, per carità secondaria,
imprecisione, come nell'elencazione dei trasferimenti regionali a pag. 15 (€
164.348,34) che risulta solo parziale: sono stati omessi, infatti, 17.500 euro per il progetto “di piazza in
piazza”, su cui ritornerò, 18.131 euro per interventi su minori in affido,
4.674 euro dalla legge 13/4/2001 (ancora tutela minori), 270 euro dal comune di
Padova, 33.933, tramite ULSS per attività socio assistenziale.
L'assenza di informazioni. Tutte voci che
riguardano il sociale e di cui, unitamente ad altre mille cose, non è giunta
alcuna comunicazione alla commissione affari sociali. Ma su questo tornerò in
un successivo intervento.
Qual è allora il senso di un intervento su un documento contabile, che a
parte alcuni piccoli nei comunicativi, appare sostanzialmente corretto come
attestato dalla certificazione del
revisore?
Il conto consuntivo è la fotografia di quanto fatto o non fatto dall'amministrazione. In assenza di una fonte quanto meno di informazione più
che di condivisione, come potrebbe essere la commissione bilancio, che è stata
cassata da questa amministrazione; in assenza di incontri con la cittadinanza relativi
alle opere e al bilancio; in assenza persino di comunicazioni
propagandistiche della maggioranza
(escluso il discutibilissimo bollettino natalizio); in assenza di tutto questo,
appunto, l’unica possibilità per far conoscere quanto succede, in questo caso
quanto è successo, rendendo pubblici dati ed interpretazioni, è l’intervento in
consiglio comunale, da diffondere sulla stampa, o sui social ove la prima, come spesso accade, si dimostrasse
pregiudizialmente prevenuta.
Non è ovviamente possibile in pochi minuti svolgere un’analisi completa e
puntuale; mi soffermerò quindi solo su alcuni punti che, da un punto di vista
sia personale che di gruppo, ritengo particolarmente interessanti.
Le entrate.
L'affare Bonollo. Tra le entrate ha particolare rilevanza la cifra di € 961.000, ricavata dall'alienazione del lotto 2 sulla statale 11. Non è dato sapere quale sarà la
destinazione d’uso, né prevedere quale sarà l’impatto, positivo o negativo,
sulla collettività e sul traffico.
La piazza di Mestrino. Saltano agli occhi anche 43.000 euro dalla Regione per progetto “Distretti del Commercio”, che costituiscono una quota parte del finanziamento
per la piazza IV Novembre. La correlazione tra le due cose non è di immediata
comprensione.
Come vengono spesi i soldi dei cittadini.
·
Riqualificazione Piazza di Arlesega. Le colpe ai defunti e i meriti ai vivi rampanti; nel solo 2015: € 420.904,78
(di cui circa 90 mila re-imputati al 2016) e credo che non sia ancora finita.
· Riqualificazione Piazza IV novembre, con insegna in stile littorio: € 100.799,99, di cui circa 35 mila re-imputati).
· Rifacimento servizi igienici scuola media € 200.000
(di cui 98 mila re-imputati).
· Sistemazioni strade e marciapiedi (quali?) € 160.000,
interamente re-imputati al 2016.
Questi sono i dati più rilevanti tra le spese di investimento.
Il settore sociale, un quarto del bilancio. Un altro aspetto che rileva in modo impressionante è quello relativo al
programma “funzioni nel settore sociale: previsione definitiva € 1.173.124,
impegnato € 1.020.904,88 cioè l’87,02% del previsto, con un’incidenza del 24,79
% su totale impegni spesa corrente, cioè un quarto del bilancio del comune. Ma la
commissione affari sociali non si riunisce e non dice nulla.
Soldi alla scuola. Si scoprono poi tra le innumerevoli cifre i 100.000 euro spesi per la
fornitura di lavagne multimediali in tutte le classi della scuola: un impegno
economico, lodevole e importante, se fosse stato assicurata la costituzione di
un background culturale e formativo capace di implementarne positivamente e
costruttivamente l’uso quotidiano. In mancanza di questo se non proprio soldi
buttati si tratta soltanto di un spot pubblicitario. Su questo tema vedi anche: Lim in tutte le aule
Cultura, ovvero il vuoto assoluto. E veniamo al programma cultura e biblioteca civica: spese correnti € 64.695,45, l’1,97% sul totale degli impegni. Questo significa che la biblioteca non è un centro di promozione di attività culturali. Queste vengono delegate ad altri e per di più in una accezione molto estensiva del termine culturale, impiegato come sinonimo di intrattenimento. Per carità legittimo e doveroso, l’intrattenimento, ma non è, non può essere l’intera declinazione del termine cultura. E non mi riferisco sicuramente alle noiosissime conferenze dei sinistroidi: se non sono di suo gradimento uno non le organizza, ma a Mestrino non c’è neanche l’apparenza di cultura alta, che sia di destra di sinistra, religiosa o indipendente: c’è il nulla, se si esclude l’intrattenimento o le manifestazioni di massa che portano gente, consumi, fondi e soprattutto visibilità, per gli aspiranti futuri amministratori. Ma questa deriva strapaesana non fa crescere di un punto la consapevolezza, la conoscenza, l’impegno culturale e il dibattito tra i cittadini, penso soprattutto ai giovani. E il vuoto culturale genera mostri: Abano insegna.
Continuiamo, invece, a fare le sacrosante feste della birra, le recite dialettali, le elezioni di miss web, le sfilate di gnomi, elfi e fate,
spacciate per tradizioni
culturali contadine.
Ma c’è di peggio: l’attività “culturale”, intesa riduttivamente come intrattenimento, viene delegata quasi per intero al parco Bapi, dove abbiamo appreso, quest’anno che i cosiddetti film “impegnati” cioè gli striminziti tre film commerciali non saranno più proposti, perché lasciano molte sedie vuote nell’arena del parco Bapi, come ha scritto sui social uno dei responsabili, con palese ingenua onestà.
Quindi chi non ha avuto il tempo, l’occasione o i soldi per vedere un
film attuale a Padova o a Limena, non trova cittadinanza a Mestrino. Chi vuole
sentire un dibattito minimamente serio incontrare qualche personalità
rilevante, che lasci traccia nel cuore e nell'azione, deve migrare altrove. Ma, badate bene, non è necessario che si rivolga ai sinistroidi confinanti o che
vada sino a Padova, aggirando gli steccati eretti da Bitonci: basta spingersi
un po’ oltre Lissaro, a Campodoro, dove un’amministrazione di centro destra fa
quello che deve fare un’amministrazione minimamente acculturata, pur se dal suo
particolare, legittimo punto di vista. A Mestrino, il vuoto, se si esclude la
manifestazione di Piazza in piazza (come vedete non penso solo a cose
pallosissime), ma anche di questo nel 2016 non risulta più traccia.
Ma anche quando questa amministrazione vuole tentare qualcosa genuinamente di destra lo fa male, anzi malissimo. Penso al tristissimo
tentativo di strumentalizzare la discussione parlamentare sulle unioni civili,
condotta in modo carbonaro, sfociata poi in una assai riduttiva pezza per
tappare un buco, una generica difesa della famiglia tradizionale, letta
altrettanto clandestinamente alle due di notte del 15 dicembre scorso.
Su altri aspetti ci soffermeremo in successivi interventi.
Credo con questi pochi esempi di avere dimostrato al pubblico, a coloro
che ascolteranno la registrazione o leggeranno il testo sui media, quale sia lo
spessore politico, culturale e organizzativo di questa amministrazione.
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