lunedì 28 gennaio 2019

Nave Diciotti, 1

I profughi durante la pacchia nel porto di Catania



Processo a Salvini







Un amico avvocato mi ha inviato la copia integrale della relazione del tribunale di Catania, sezione "reati ministeriali" sul caso Salvini/Diciotti,  trasmessa al Procuratore della Repubblica affinchè chieda l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro degli Interni.   
Nonostante io non sia un esperto di diritto, ho fatto quello che dovrebbero fare (e in gran parte non faranno) i 315 senatori che tra qualche mese saranno chiamati a decidere sulla procedibilità, valutando in maniera insindacabile se l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo.

Non lo faranno, non perché non abbiano una coscienza etica o perché non sappiano leggere (vabbè alcuni sì..) ma perché si atterranno a mere considerazioni di carattere politico, ad accordi tra i gruppi, a scambi di favori o in taluni casi alle indicazioni dei sondaggi o peggio alla velina inviata dalla ditta.

Devo ammettere che non è stata una lettura facile, si tratta di ben 53 pagine ma ne è valsa la pena.
Ripercorriamo innanzitutto la tempistica degli eventi e sfatiamo alcune notizie fasulle circolate sui media. 
La nave U. Diciotti (l'ammiraglio Diciotti fu un eroe della marina che non aderì alla repubblica di Salò) il 16 agosto 2018 salva in zona SAR maltese 190 migranti, che sono stati trattenuti a bordo della stessa sino al 26 agosto per un'intera settimana dopo l'attracco della nave al porto di Catania.
Il tribunale dei ministri di Palermo con precedente provvedimento aveva escluso responsabilità del ministro per il periodo intercorrente tra il momento del salvataggio e il 19 agosto, opponendo la propria incompetenza territoriale per i fatti successivi,  dal 20 al 25 (quando, cioè la nave era attraccata al porto di Catania).
La Procura, immagino il procuratore capo Carmelo Zuccaro (quello  che sostiene di avere le prove della complicità delle ong con i trafficanti, ma di non poterle utilizzare in giudizio: cioè non ce le ha..), in prima battuta, il 29 ottobre, chiede di disporre l'archiviazione "per infondatezza della notizia di reato". 
Il tribunale dei ministri, per giungere alla definitiva deliberazione,  espleta ulteriori indagini preliminari,  assumendo a s.i.t. (sommarie informazioni testimoniali) il  Questore, il Prefetto e il Comandante della Capitaneria di Porto di Catania, nonché il Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno ed il Vice Capo di  Gabinetto Vicario del Ministero. 
Fatto questo, rimanda per il parere gli atti alla Procura, che il 26 novembre reitera l'istanza di archiviazione.  Nel contempo il ministro dell'interno, occupatissimo con nutella, salcicce, pizzate e cambi di felpa, non chiede di essere sentito ne deposita memorie scritte. 

Salvini non è indagato per aver fatto il bullo con Malta.

Facciamo parlare i giudici: 


Quindi il tribunale dei ministri, obtorto collo come si vedrà in seguito, accoglie le motivazioni dell'archiviazione del tribunale di Palermo per il periodo passato in mare sino al 19 agosto, ma per i giorni successivi ci va giù pesante. In altre parole, Salvini non è imputato per il sia pur controverso braccio di ferro con Malta, ma per l'inutile ulteriore vessazione, messa in atto dopo l'attracco, nei confronti di persone stremate ed inermi.  I poveri senatori dovranno arrampicarsi sugli specchi per sostenere che quei poveracci rappresentassero un pericolo per la sicurezza dello stato o che il "felpa" abbia tutelato un "interesse dello Stato  costituzionalmente rilevante". 

Ricostruzione dei fatti avvenuti in mare.
Conviene ripercorrerli, perché anche se dopo è avvenuto di peggio, non sono certo da sottovalutare. Ancora non era stata dichiarata guerra alla Francia, nè alla Germania, nè all'Olanda; il muso duro con Malta era solo l'inizio..

  • 14 agosto, primo allarme alla centrale operativa italiana (IMRCC). Un barcone in grosse difficoltà, dopo un fallito tentativo di intervento della guardia costiera libica sta per entrare in area SAR (search and rescue) maltese;
  • nella notte tra il 14 e il 15 agosto IMRCC allerta la capitaneria di Lampedusa del possibile arrivodel barcone in acque SAR italiane. Nel frattempo Malta, interpellata dagli italiani di IMRCC iniziava a prendere tempo facendo sapere che non si trattava di intervento SAr, in quanto il natante non era in imminente pericolo di affondamento.
  • IMRCC, preso atto dell'atteggiamento attendista di Malta provvedeva a preparare i mezzi di soccorso e a richiedere  preventivamente il POS (place of safety) al dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero degli Interni. 
  • 16 agosto, di notte, tra le 3 e le 4 del mattino il barcone inizia ad affondare e la guardia costiera italiana decide l'intervento anche se in acque SAR maltesi, stante l'immediato pericolo. Alle 4 di notte, ultimato il salvataggio, le due motovedette della guardia costiera, visto il continuo peggioramento delle condizioni del mare riparavano sotto costa a Lampedusa e iniziavano il trasbordo dei naufraghi su nave Diciotti (143 uomini, 10 donne e 37 minori).
  • Alle 10 del mattino il comandante Kothmeir di nave Diciotti ordina il trasferimento a terra di 13 migranti in gravi condizioni di salute.  
  • Inizia a questo punto la controversia con Malta per l'indicazione del POS.
Fermiamoci un attimo e provate ad immaginare innanzitutto le condizioni dei naufraghi, scampati ai lager libici, scampati all'annegamento, salvati fortunosamente (immaginate operazioni di salvataggio  in acque agitate) caricati su due fragili e oscillanti motovedette, poi trasferiti su una nave solo un po' più grande. Se non avete ancora vomitato solo all'idea poco ci manca.. Ma immaginate anche il coraggio, la professionalità e l'ansia degli uomini del salvataggio, del comandante che deve prendersi lui la responsabilità delle prime decisioni, che potrebbe ritenere concluso il suo compito e invece si trova ad assistere a dispetti da bulli.. e siamo appena al terzo giorno. Segue qui

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