domenica 24 dicembre 2017

Nazismo e fascismo, la nuova resistenza


"Scovati con forza dalle loro buche"






Questa la didascalia della foto di copertina  inviata da  Jürgen Stroop ad Himmler assieme al rapporto, di 70 pagine con 49 immagini, che annunciava: "Il ghetto di Varsavia non esiste più". Pochi conoscono però la fotografia che segue, facente parte anch'essa del dossier di Stroop. Come non ammirare la fierezza dei ribelli che si lasciano fotografare ma mostrano il pugno chiuso e uno sguardo di sfida!

La fierezza dei ribelli del ghetto di Varsavia


I carnefici fotografano le loro vittime, nessuna empatia, solo una fredda documentazione di chi ritiene di aver compito una valorosa impresa militare contro donne e bambini inermi. 
Ma involontariamente il fotografo nazista offre la strada per recuperare la memoria in senso politico: studio, ricerca, comprensione, ascolto dei testimoni e delle vittime inermi sì, ma non solo. Viviamo in giorni in cui le verità non contano quasi più nulla: ci viene detto che il fascismo è cosa lontana, che non esiste più, che è possibile utilizzare l'immagine di Anna Frank per un "innocente" gioco  tra tifosi, che  destra e  sinistra sono termini ottocenteschi (anche se chi lo dice, appartiene quasi sempre a una  destra viscerale, dura a scomparire). 
Il fascismo rialza la cresta, protetto dall'ignavia e dal silenzio di chi non ha coraggio e non solo ha dimenticato, ma oggi si fa complice. Non basta più commuoversi alle parole dei sopravvissuti e gioire dei tempi mutati, che ingenuamente si valuta che non possano più tornare. 
Non è così: i fantasmi del passato vivono tra di noi e ultimamente si sono materializzati con azioni violente e codarde nello stesso tempo. 
Bisogna SAPERE che anche nella Germania degli anni trenta all'inizio si verificavano solo alcune azioni isolate di pochi esaltati..
Il sonno della ragione è facile ad esser innescato e in genere si appiglia ad un capro espiatorio mutevole nel tempo: ieri gli ebrei, poi i comunisti, poi gli stranieri, oggi i profughi.
Ascoltare i testimoni, attraverso le conferenze che organizza la mia associazione, non è una semplice operazione di rievocazione storica: deve essere il viatico* per una nuova resistenza.

*L'insieme delle cose necessarie per chi si mette in viaggio..

Post scriptum 1. 
Le vicende del ghetto di Varsavia sono state narrate al cinema innumerevoli volte. Imperdibile l'ultima uscita: "La signora dello zoo di Varsavia". Dopo il fotogramma riprodotto sotto, c'è una scena che, anche se si tratta di finzione cinematografica, per me sarà impossibile dimenticare: l'uomo che rischiando la vita aveva salvato centinaia di ebrei del ghetto si trova dinnanzi una fila di bambinetti che alzano le braccia fiduciosi per essere sollevati e caricati sul carro che dopo qualche secondo si chiuderà inesorabilmente alle loro spalle.






Post scriptum 2.
Jürgen Stroop aveva fatto solo le scuole elementari ed era un impiegato del catasto. A monito di chi esalta l'ignoranza come fattore rigeneratore.

Post scriptum 3. 
Il migliore articolo sulla vicenda del ritorno del re spadetta, che contribuì a mandare ad Auschwitz migliaia di italiani, lo ha scritto Lercio, ipotizzando la soluzione per la sepoltura definitiva: L'Italia in miniatura di Rimini...

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