I carnefici fotografano le loro vittime, nessuna empatia, solo una fredda documentazione di chi ritiene di aver compito una valorosa impresa militare contro donne e bambini inermi.
Ma involontariamente il fotografo nazista offre la strada per recuperare la memoria in senso politico: studio, ricerca, comprensione, ascolto dei testimoni e delle vittime inermi sì, ma non solo. Viviamo in giorni in cui le verità non contano quasi più nulla: ci viene detto che il fascismo è cosa lontana, che non esiste più, che è possibile utilizzare l'immagine di Anna Frank per un "innocente" gioco tra tifosi, che destra e sinistra sono termini ottocenteschi (anche se chi lo dice, appartiene quasi sempre a una destra viscerale, dura a scomparire).
Il fascismo rialza la cresta, protetto dall'ignavia e dal silenzio di chi non ha coraggio e non solo ha dimenticato, ma oggi si fa complice. Non basta più commuoversi alle parole dei sopravvissuti e gioire dei tempi mutati, che ingenuamente si valuta che non possano più tornare.
Non è così: i fantasmi del passato vivono tra di noi e ultimamente si sono materializzati con azioni violente e codarde nello stesso tempo.
Bisogna SAPERE che anche nella Germania degli anni trenta all'inizio si verificavano solo alcune azioni isolate di pochi esaltati..
Il sonno della ragione è facile ad esser innescato e in genere si appiglia ad un capro espiatorio mutevole nel tempo: ieri gli ebrei, poi i comunisti, poi gli stranieri, oggi i profughi.
Ascoltare i testimoni, attraverso le conferenze che organizza la mia associazione, non è una semplice operazione di rievocazione storica: deve essere il viatico* per una nuova resistenza.
*L'insieme delle cose necessarie per chi si mette in viaggio..
Post scriptum 1.
Le vicende del ghetto di Varsavia sono state narrate al cinema innumerevoli volte. Imperdibile l'ultima uscita: "La signora dello zoo di Varsavia". Dopo il fotogramma riprodotto sotto, c'è una scena che, anche se si tratta di finzione cinematografica, per me sarà impossibile dimenticare: l'uomo che rischiando la vita aveva salvato centinaia di ebrei del ghetto si trova dinnanzi una fila di bambinetti che alzano le braccia fiduciosi per essere sollevati e caricati sul carro che dopo qualche secondo si chiuderà inesorabilmente alle loro spalle.
Nessun commento:
Posta un commento