L'anno che cambiò il mondo
Segue da: Nonno Palmiro
Nonno Palmiro in realtà non aveva una grande opinione del suo, di nonno. A me raccontava i grandi discorsi che gli faceva quand'era piccolo, con gli occhi quasi lucidi rievocando le sue mitiche imprese giovanili: l'occupazione delle scuole (roba da delinquenti!), i cortei con decine di migliaia di persone
(ma come si ritrovavano assieme senza FB, Twitter, Whatsapp, Instagram e Flipagram, Snapchat, senza gli Streaks e Discovery, senza Skype e Face Time, senza Messenger, Groupme, Musical.ly, PicPlayPost?). E poi le ragazze con la minigonna, le libertà civili, la liberazione della donna, i diritti dei neri (l'origine di tutti i nostri problemi),
la voglia di discutere, la"contestazione" di tutto e di tutti, ma soprattutto l'illusione di poter cambiare il mondo. Quella miscela di eroismo dialettico, di ingenuità, di ormoni e di voglia di vivere, diffuso ai suoi tempi, ma già difficilissimo da comprendere per mio nonno anche da ragazzo. Eppure, mi diceva Palmiro, quella stagione dell'oro doveva essere esistita veramente, perché suo nonno, anche se lui lo considerava un po' svanito, non aveva la tendenza a raccontare favole. Anzi, raccontava anche di guerre terribili ma lontane e di bombe vicino casa, sui
treni, nelle piazze, la morte eroica dei magistrati, la corruzione, le clientele.. Sì, ma nonostante tutto lui, figlio di operai, era riuscito a diventare uno scienziato. Proprio ingenuo e sprovveduto non doveva essere e con qualcosa di tecnologico doveva pur avere avuto contatti. Ma di quello che raccontava, si chiedeva mio nonno Palmiro? nessuna traccia..neppure nei libri di scuola. Come avevano fatto suo nonno e quelli come lui a disperdere tutto, i sogni, le speranze e anche quel poco di realtà che dicevano di avere costruito? come avevano fatto a lasciare in eredità a lui, ragazzo del '99, un mondo freddo, asettico anche se meravigliosamente ipertecnologico, ma senza un futuro immaginabile, senza la carica umana di cui lui si vantava e che lo aveva fatto andare avanti nella vita. Già! avanti: da figlio di operai a professore universitario! e lui, Palmiro del ventunesimo secolo? percorso inverso.. Su questo mio nonno riusciva anche a piangerci su e non per la nostalgia, ma per il dolore e la rabbia.
(Segue in Le parrucche che cambiarono il mondo)
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