Aggiornare la Costituzione
Guido Crainz, Carlo Fusaro - Aggiornare la Costituzione. Storia e ragioni di una riforma
Ed. Donzelli, € 16 (in rete, € 12,80)
La definizione di instant book per questo agile testo, scritto a quattro mani da uno storico e da un docente di diritto pubblico, è forse un po' riduttiva. Sicuramente la genesi è contingente: una richiesta editoriale per rispondere sul mercato ad una esigenza di informazione e di ricostruzione storica, con l'urgenza del referendum che si avvicina.
Il risultato è però notevole, in quanto, anche se gli autori, pur non svelandosi, sono schierati per il SI, ricorrono nel loro ragionamento ad evidenze storiche e giuridiche, rifuggendo dagli slogan.
Pur nella sua brevità, il libretto offre, nella prima parte dovuta a Crainz, una ricostruzione storica del clima politico e del dibattito costituzionale del 1948. Si scopre, o si riscopre, che gli schieramenti allora erano ben diversi da adesso sia riguardo ai principi generali, che riguardo alle forme istituzionali. E si scopre che anche all'interno del medesimo schieramento politico l'orientamento muta col mutare degli eventi. La DC di de Gasperi che aveva strenuamente voluto pesi e contrappesi istituzionali (come la Suprema Corte e le regioni) ne rallenterà la realizzazione per decenni dopo la vittoria elettorale del 148 e la conquista dell'egemonia.
E si scopre (o si riscopre) anche che il PCI di Togliatti di fatto considerava il bicameralismo un inutile orpello atto a rallentare la realizzazione della volontà popolare.
Ma farà bene a tutti leggere che allora "si ricercavano i punti di contatto per rifondare la Nazione" (La Pira) e "si costruiva la comunità, ponendo la democrazia come sostanza del nuovo stato" (Dossetti).
Nella seconda parte del libro si entra nel merito dell'articolato. Il testo si conclude, quasi a specchio con il testo presentato qualche giorno fa (Loro diranno, noi diciamo ) proponendo un capitolo, intitolato appunto: "le critiche dei fautori del No e le risposte dei fautori del SI".
Da leggere, comunque, per rafforzare le proprie idee o per metterle in crisi; comunque per affrontare il quesito referendario al di là degli slogan.
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