sabato 24 settembre 2016

Un mondo pieno di futuro


Abebe Bikila


Olimpiadi a Roma










Berruti, 200 m. piani
Peccato! in vita non rivedrò più un'olimpiade a Roma, le olimpiadi della rinascita, dei lavori alla metropolitana da Anagnina a Prati, dell'irrompere dello sport professionistico, delle riprese in bianco e nero in "eurovisione", dei primi casi di doping (nota 1), del primo spettacolo di massa; le olimpiadi di Livio Berruti e del suo amore impossibile con Wilma Rudolph, di Cassius Clay diciottenne, che sul quell'amore sorvegliava,  
Berruti e Wilma Rudolph
 di Nino Benvenuti, di Abebe Bikila che vinceva la maratona a piedi nudi; le olimpiadi che ispirarono Pasolini le indimenticabili cronache dell'inaugurazione (Un mondo pieno di futuro, nota 2) e della vittoria di Kauffmann sul filo nei 1500 (Dramma sul filo, nota  3).


Ma la mia è  soltanto un rimpianto da nostalgico, non contiene nessuna recriminazione sul presente. 
Hanno fatto bene la Raggi e il suo movimento ad opporsi all'edizione olimpica del 2024? chi lo sa? i commenti, le prese di posizione pro o contro si sprecano sulla stampa di "regime" e alternativa e sui social, ma tutti con apparentemente pari ragioni. Qualcuno doveva pur decidere e questo qualcuno, anche se teleguidata o obbligata da promesse da mantenere, lo ha fatto. Punto. Non è frequente che questo succeda in Italia, chapeau! 
Si potrebbe recriminare sui modi, sulle incertezze, sui discorsetti scritti letti senza partecipazione emotiva, sul pacco all'appuntamento con Malagò (che ci potrebbe stare, ma piantare anche il coraggioso Pancalli grida vendetta!). Si potrebbe ironizzare sul fatto che la non scelta dichiara preventivamente una incapacità, ma anche riflettere sull'amara e incontestabile realtà che l'ambiente è troppo marcio per poter essere ragionevolmente risanato. Meglio tenere prudentemente lontane le sue mani dalla città!
Sì, però, se le ragioni principali attengono ai rischi per la legalità, si potrebbe obiettare che allora a Roma e in Italia non si dovrebbe mai fare nulla, neanche un ponte, una scuola, una rotonda..
Altra cosa se le ragioni attengono ad una diversa visione dello sviluppo cittadino, a progetti alternativi di urbanistica, di socialità, di cultura. Ma di tutto questo, a distanza di 3 mesi, non c'è ancora traccia, in una situazione incancrenita dalle incertezze sulle nomine di assessori, dalle  bugie o sottovalutazioni sugli  avvisi di garanzia.
Se i romani ragionassero con l'antica saggezza dei siciliani avrebbero forse frettolosamente concluso che si tratta di una versione aggiornata del cambiare tutto per non cambiare niente... 

Note.
1. Knud Enemark Jensen, ciclista danese morto ufficialmente per un colpo di sole, ma con tracce di anfetamine nel sangue. A conclusione di una lunga vicenda giudiziaria, il Comitato olimpico internazionale istituì una commissione medica e l'obbligo dei test per la ricerca di sostanza dopanti.

 2. "ogni rappresentativa ha un costume diverso:[…] ha una piccola variante, una piccola trovata: le canadesi hanno in mano delle bellissime borsette; i polacchi agitano dei fazzolettini colorati, gli indiani hanno degli altissimi turbanti arancione: il sole fonde tutto, e non c’è un solo costume di cattivo gusto, di solo effetto. […] Il Giappone, Cuba, parevano portare dentro lo stadio, così puro, così anonimo, la concretezza vivente delle recenti battaglie, delle recenti morti, delle recenti passioni: ma tutto come purificato, diventato esperienza e dolore di ognuno di noi, e, come tale, superato, vinto dall'incalzare del tempo e ella storia". (da "Un mondo pieno di futuro")  


3. "Ma io pensavo –commenta Pasolini-  ai generali tedeschi e a Erhard, e non ho potuto ammirare quel povero biondo: non l’ho proprio potuto ammirare. Quella sua ostinata passione, quella sua furia disperata, mi hanno fatto paura". (da "Dramma sul filo")


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