Il sottovalutatore
Cercare le cause della iniziale disfatta della giunta Raggi nella cattiva stampa o stigmatizzare l'eccessivo martellamento di quest'ultima sulle vicende romane come strumento per deviare l'attenzione da altri e ben più gravi problemi nazionali, potrebbe apparire un po' patetico, se non fosse un grave sintomo patologico per la nostra democrazia. Lo fanno adesso i pentastellati duri e puri, ma dello stesso inconsapevole strumento psicologico di sopravvivenza si avvalgono a piene mani anche Renzi e i suoi seguaci.
Chi si meraviglia della straordinaria ipervalutazione delle vicende romane o la considera un complotto "demoplutomassonico" contro un onesto e coraggioso tentativo di mutare i rapporti di forza con i "poteri forti romani" dimentica due cose: primo che Roma è la capitale d'Italia e tra le città più disastrate del mondo, secondo che al di là degli editoriali al vetriolo di un Merlo o di un Gramellini, la cosiddetta classe dirigente del M5S sta dando uno spettacolo veramente infimo. Al punto di aver suggerito a qualche bello spirito una nuova denominazione della ditta: 'mo Vi mento", dopo quella ormai passata di moda di Movimento 5 espelle".
Bene farebbero i difensori ad oltranza, che non si avvedono che tale perseveranza miope si ritorce tutta contro ogni speranza di reale cambiamento, a rispondere nel merito e non fideisticamente ad alcune domande fondamentali:
- Chi è veramente Virginia Raggi? Può un politico o un amministratore materializzarsi realmente dal nulla senza far correre pericoli gravissimi al "movimento" e conseguentemente alla democrazia?
- Di chi sono i voti che l'hanno fatta stravincere al ballottaggio? Sono estranei al vecchio assetto di potere della giunta Alemanno?
- Come si spiega la pervicace insistenza a circondarsi di alcuni personaggi del passato?
- Perchè la Raggi, o chi per lei, ha scelto la trevigiana Paola Muraro, esperta di rifiuti sì, ma anche retribuita per anni dall'AMA e in passato favorevole anche agli inceneritori (per inciso la vexata quaestio, che ha portato al disconoscimento del mite Pizzarotti)?
- Visto che la neo sindaca ha "confessato" in commissione al Senato di essere a conoscenza del famigerato avviso di garanzia alla sua assessora già del 18 luglio, perchè non ha applicato le "ferree" (ma in realtà molto elastiche) regole del movimento che considera un avviso di garanzia la più grave colpa di cui può macchiarsi un amministratore (facile pensarlo per chi non ha mai amministrato neanche un condominio e non sa quanti trabocchetti pullulano nelle normative) ?
- Perchè la medesima ferrea regola è stata applicata al prode pensionato de Dominicis, licenziato in meno di 48 ore?
- Last, but not least, da quale ambiente proviene l'avvocato Raggi? ha avuto veramente a che fare con lo studio Previti? non che questa sia una colpa, ma caratterizza, bisogna ammetterlo, in modo molto divergente dalle famose cinque stelle del simbolo (qualcuno le ricorda? acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività e ambiente..)
A conclusione di questo ipotetico bagno di verità e non di fede, il seguace medio del movimento, continuando ad usare il raziocinio e il disincanto che sicuramente non gli mancano, come alla media degli italiani, potrebbe chiedersi perchè non c'è stato alcun can can intorno alla torinese Appendino, che tuttavia ha spodestato un boss del PD, sostenitore del SI al referendum e capo potentissimo dell'ANCI. E potrebbe poi continuare (oggi distribuisco per l'ultima volta consigli non retribuiti..) chiedendosi di chi sono i voti che l'hanno fatta vincere e in quale area si collocano. Per arrivare, alla fine, alla domanda clou che tutti gli italiani dovrebbero porsi: ma allora la differenza tra destra e sinistra, come modo di affrontare le scelte politiche e talvolta anche quelle di vita, esiste ancora? e se si, a che scopo fare confusione: per raccattare voti di cui poi non si sa cosa farsene?
Rabbrividendo penso però ad una pesante analogia con un lontano passato, in cui le giovanilistiche intemperanze e le legittime aspirazioni al cambiamento, furono condotte, da mani esperte, ben guidate e foraggiate, nel baratro totalitario.
Il deus ex machina |
Il valutatore |
e l'infame sorrise.. |
Per chi volesse sapere qualcosa delle scelte di Torino:
La giunta Appendino
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