martedì 20 giugno 2017

Controcorrente: zingari, delinquenza, povertà





Il regalino di Bitonci ai cittadini di Rubano





Brutti, sporchi e...cattivi forse no, almeno i bambini, ma sicuramente fastidiosi, inavvicinabili, portatori di sporcizia e degrado i nomadi che a giorni alterni stazionano per l'intero pomeriggio nel parco giochi di viale Po a Rubano.
Il parco è di solito frequentato da molte decine di bambini, quando arrivano i nomadi si crea il vuoto. Qualche giorno fa era presente anche la polizia locale; ho molto ammirato i due agenti che con molta pacatezza e civiltà interloquivano con le mamme che avevano lasciato che i bambini facessero ogni tipo di disastro e spandessero immondizie ed escrementi. Nessuna aggressività, né disprezzo nelle loro parole, ma solo la fermezza nell'indurre al rispetto delle regole che la pubblica autorità è giusto che abbia.
Ma chi sono questi "soggetti" che creano il fuggi fuggi generale? Sono i bambini di diverse famiglie sloggiate dal campo di via Bassette a Padova e ricollocate in case di emergenza in città e fuori città, nel nostro caso a Rubano, in alcune case di proprietà dello stesso comune capoluogo.
La storia non è nuova; chi ha più anni ricorda quando quegli appartamenti, al tempo di nuova costruzione, furono acquistati dagli amministratori padovani di allora per "depositarvi" fuori dalla vista i problemi sociali più grossi, per lo più casi di disagio sociale degli antichi "porteati" sfrattati dalla trasformazione della zona in campus universitario. 
Ma tornando ai giorni nostri, la convivenza ora come allora è difficilissima, con l'aggravante che i nuovi inquilini non hanno mai avuto una casa, appartengono ad una etnia perseguitata nei paesi d'origine, dedita ad abitudini che ci appaiono anacronistiche, priva, negli strati più bassi, di ogni mezzo di sussistenza propria e soprattutto della capacità sociale e culturale di saperseli guadagnare se non con mestieri troppo antichi per essere ancora validi o con i furti e l'accattonaggio.
Dignità, fierezza e antiche tradizioni in alcuni, attitudine alla delinquenza in molti. 
Un problema culturale e sociale che la "grande Padova" ha deciso di risolvere in modo muscolare e plateale (abbiamo chiuso i campi!) distinguendo tra zingari buoni e zingari cattivi. I primi sono quelli che hanno già una casa o i mezzi per costruirsela o un terreno di proprietà  e comunque di fatto già integrati nella città.
Gli altri, i poveri, i miserabili, sono quelli cattivi, sporchi, delinquenti che si ostinano a vivere nella sporcizia e nel degrado, perchè non conoscono altro, perchè in questa condizione sono nati, cresciuti e in questa condizione hanno fatto figli del tutto simili a loro, cioè senza speranza se qualcuno non li tira fuori con la forza. 
Ma ha mai pensato l'ex sindaco di Padova che il problema sta proprio nella povertà, che talvolta non è neanche materiale, ma culturale?
Hanno mai pensato lui e gli altri perbenisti che per risolvere questi problemi e prevenirne altri di più ampi in futuro, in termini di degrado e di delinquenza, non c'è altra soluzione che investire in educazione, controllo e prevenzione dei comportamenti devianti (poliziesco, ma anche sociale), sostegno all'integrazione e quando è necessario anche sostegno materiale?
Hanno mai realizzato che molti di loro oltre che la residenza hanno anche la cittadinanza italiana da secoli?

Intanto il problema deve affrontarlo un piccolo comune che ha già le sue problematiche, le sue sacche di povertà, le sue devianze, i suoi disadattati, i suoi soggetti difficili. Mi auguro che la comunità tenga.
Non registro buoni segnali, quando ascolto l'ingiuria di "terrona" affibbiato durante una discussione ad una "indigena" (da sette generazioni) che  ha la cattiva abitudine di parlare in italiano..


Rom a Rubano, neppure una telefonata..


Le reazioni dei cittadini di Rubano





giovedì 15 giugno 2017

Controcorrente: vae victis!




Volano gli stracci







In casa, pardon nei blog e nei profili FB pentastellati, da Bolzano a Palermo volano gli stracci, non potendo volare le mani visto che si opera in un mondo virtuale di post, click, "mi piace" e  di numeri farlocchi di visualizzazioni.

Bene! si potrebbe pensare, così almeno per qualche giorno, si sfogano tra loro e ci risparmiano la dose quotidiana di insulti gratuiti sparati in tutte le direzioni.

Bene sino a un certo punto, però. In fondo mi dispiace, perchè almeno all'inizio il voto ai 5 stelle era stato un segnale forte di desiderio di cambiamento, che nessuno all'epoca riusciva ad esprimere compiutamente. Ben presto se ne sono strettamente impadroniti il gatto e la volpe padroni della ditta. Qualcuno si ricorda ancora il significato delle cinque stelle? Per la storia: acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività, ambiente; tutti temi, con il corollario minore dell'antivaccinismo (recentemente ripudiato), dell'anti OGM e dell'anti TAV  adatti a solleticare gli animi di una certa parte di sinistra spaesata e sinistrata. 

Molti ci sono cascati in buona fede e con speranza, i più avveduti sono fuggiti subito e, se non sono scappati loro, li ha messo alla porta il pontefice massimo con una mail. 
Il buon Pizzarotti sarà ricordato dalla storia per quello che il movimento avrebbe potuto essere (teoricamente, s'intende, perchè le mosse erano state tutte preordinate a tavolino) e non è stato.
Insomma tanta brava gente c'era tra gli elettori e tra i militanti e molta ce n'è ancora, novelli Hiroo Onoda, ma rischiano di divenire maggioranza i fanatici, tipo quelli che rispondono seriamente alle battute di Lercio, i carrieristi (ma quelli sono per la maggior parte in parlamento), i creduloni che si sono fatti bere il cervello dalla ditta e non se ne accorgono, i criptofascisti...ed eccoci qua arrivati! 
Ieri una intelligente commentatrice di FB sosteneva che in Italia la rincorsa a destra dovrebbe essere riconosciuta come sport nazionale e in prospettiva come specialità olimpica...
Come un riflesso condizionato l'accoppiata Grillo/Raggi dopo la sconfitta e il rientro dei voti nella casa di destra avevano appena emanato il diktat anti stranieri e anti ROM, sbandierando come propri successi i fondi ottenuti dalla giunta Marino.
Oggi i modernisti del movimento si asterranno in Senato, il che equivale a votare contro, su una molto edulcorata legge sullo ius soli, definito "un contentino politico a chi ancora si nutre di ideologia" e non di diktat via web aggiungo io.

Notizie dell'ultim'ora: ripresa alla grande, dopo la botta, l'attitudine all'insulto onnidirezionale tipo goliardi anni sessanta!
Aspettiamo i rutti in sottofondo, con annesso filmato su youtube, in sostituzione di quelli compromettenti fatti sparire. Qualcuno si spingerà ad emulare il dantesco "col cul facean trombetta" ?




sabato 10 giugno 2017

Controcorrente: l'inciucellum


I fatti separati dalle opinioni







Le opinioni sono riportate in rosso: si sconsiglia la lettura alle persone affette da  eritofobia e catagelofobia. Come estrema forma di precauzione si sconsiglia la lettura anche agli affetti da eleuterofobia, vacunofobia, papirofobia, melanofobia, decidofobia ed  elenologofobia.    

A distanza di sei mesi dalla bocciatura referendaria dell'Italicum e dopo l'ennesima sollecitazione del presidente della Repubblica i quattro maggiori partiti attualmente rappresentati in parlamento si accordano per  scrivere insieme una nuova legge elettorale.

Quattro rais extraparlamentari decidono finalmente di convergere su una legge elettorale: non li anima nessuna idealità nè lealtà alla democrazia, ma un banale calcolo di potere, se non una pericolosa tendenza all'azzardo sulle rovine del sistema Italia.

Dopo mesi di giri a vuoto in commissione Affari Costituzionali, i quattro partiti approdano ad un accordo che riprende alcuni elementi della legge elettorale tedesca: in sintesi si tratta di un proporzionale con soglia di sbarramento al 5%. Al maxi emendamento Fiano in commissione vengono apportate alcune modifiche, come la riduzione dei collegi uninominali. Restano aperte alcune questioni marginali, come l'estensione del sistema anche all'alto Adige, ma soprattutto la questione del listini bloccati, delle preferenze e del voto disgiunto. Questi due ultimi elementi caratterizzano il vero sistema tedesco, oltre al fatto che in Germania la parte uninominale è veramente maggioritaria. Qui l'interpretazione del Fatto Quotidiano e qui quella di Repubblica 

Nel frattempo il M5S sottopone al voto degli iscritti l'accordo sottoscritto in commissione. 
Il quesito finale del quesito sottoposto agli iscritti M5S sulla "piattaforma" Rousseau (qui un'interpretazione molto "di parte" che svela un sottobosco di interessi difficili da digerire da parte dei fedeli) 
"Siete favorevoli all'approvazione di un sistema elettorale di impianto tedesco che sia rispettoso della Costituzione, eventualmente con l'introduzione di correttivi di governabilità costituzionalmente legittimi?"

Il non dichiarato è che dietro a questo frettoloso accordo al ribasso, che dimentica contemporaneamente la questione della governabilità e quella della rappresentanza (con
l'asticella al 5%) si nasconde la concorde volontà di andare subito al voto. Ognuno dei quattro rais ha le sue motivazioni: chi per consolidare la vittoria interna alle primarie e togliere spazio al residuo dissenso interno e ai fuorusciti, che con tutta evidenza non riuscirebbero nell'immediato a saldarsi con altri spezzoni di sinistra,   chi per dimostrare di esistere ancora, chi per farsi strada a destra, chi per assistere cinicamente all'inevitabile accordo Renzi-Berlusconi e lucrare dall'esterno sul triste spettacolo.  

Il sette giugno il testo concordato in commissione a stragrande maggioranza giunge in aula e viene sottoposto ai primi voti di costituzionalità. Si palesano immediatamente i primi franchi tiratori, che al riparo del voto segreto si oppongono al testo concordato ufficialmente. 
Il giorno successivo scoppia la bomba in aula: su un emendamento Biancofiore (FI)/Fraccaro (M5S) tendente ad estendere  la nuova legge elettorale anche al Trentino-Alto Adige, quella che avrebbe dovuto essere una maggioranza amplissima e blindata si sfalda.  L'emendamento, con parere negativo del relatore, viene approvato.
Ma si aggiunge un altro dettaglio inquietante: l'esito della votazione che avrebbe dovuto essere a scrutinio segreto, per errore  viene invece mostrato dal tabellone per qualche minuto. Nella foto di apertura, scattata da Fiano, si vedono in verde i voti favorevoli e in rosso i contrari.
E' evidente che hanno votato a favore i settori di sinistra, contro il settore del PD con qualche puntino verde ma soprattutto con molti banchi vuoti.  Qualche voto a favore nell'area Forza Italia Lega, con molti posti vuoti,  molti voti a favore nell'area cinque stelle, ma non proprio tutti.  Si scatena la bagarre in aula con reciproche accuse di infedeltà, incoerenza, volontà di far cadere tutto, doppiogiochismo.

Come i ragazzini, uno spettacolo veramente penoso. Ero in auto e ascoltavo radio radicale in diretta: nessun tratto di verità, di sincerità, solo recite studiate e preparate a tavolino da ogni parte. Quasi quasi Brunetta faceva la parte del grande statista...
Così tutti contenti alla fine. Chi correttamente perchè la legge che si profilava sarebbe stato un porcellum al cubo, chi invece per  non dichiarati interessi di bottega. Ecco quali.
  •  Innanzitutto quelli che al 5% non ci sarebbero arrivati neppure stando in carica tutta la notte..
  •  Renzi che nel frattempo ha visto i sondaggi di Ilvo Diamanti e ha capito che non ce l'avrebbe fatta neanche con Berlusconi. L'incidente, prevedibile anche da un ragazzino di prima elementare, inoltre gli permette di strillare contro i grillini sui nuovi media del PD. 
  • I pentastellati che così vedono sanata una loro intrinseca contraddizione: portare avanti una legge per votare subito ma con almeno due riserve mentali, sulle preferenze e sul voto disgiunto, riserve forse furbescamente non dichiarate agli altri contraenti del patto scellerato. L'incidente, inoltre, dà anche a loro la possibilità di assegnare la responsabilità ai piddini strappandosi le vesti. Resta da spiegare perchè, nonostante le urla di Toninelli che dichiara che tutti sapevano che il mo' vi mento avrebbe votato le proprie irrinunciabili questioni di principio, tra i banchi pentastellati il tabellone mostra molti punti rossi. Sorvolo sulle beghe interne al mo' vi mento, allo scontro tra falchi e colombe, tra Di Maio e Di Battista, tanto ormai chi non soffre di nessuna delle fobie elencate in premessa, ha capito come funziona la ditta.
  • Bersani che avrebbe dovuto raccogliere al mare le firme per presentarsi alle elezioni previste a settembre. 
  • Soddisfatto infine il gruppo trasversale di chi vuole prolungare il proprio mandato non avendo alcuna certezza di essere ricandidato dai capi o dalla rete. 








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