Gian Antonio Stella e la sindrome del destrorso "de core".
Quando un grande giornalista, di solito ben informato e documentato, cede alla tentazione di parlare della scuola per sentito dire, gettandola in pasto al tritacarne mediatico assai male frequentato, si perdono le residue speranze di un serio dibattito sul bene più importante del paese. Eppure succede e non è la prima volta per Stella e per altri grandi giornalisti: basti ricordare il prode Michele Serra che discettava l'anno scorso su un presepe e uno spettacolo natalizio mai vietati.
Certo deve essere triste la vita di chi è costretto a scrivere ogni giorno a tutti i costi e restare all'altezza del proprio nome..
Tornando a Stella e alla sua ultima uscita sulla meritocrazia nella scuola (leggi qui dal Corriere del 5 gennaio) è veramente deprimente che si possa ancora equivocare sul valore della trovata renziana sulla premialità (alle cifre proposte). Ma nel merito a Stella risponde assai bene la prof.ssa Galatea Vaglio (leggi qui)
Qui, nel nostro piccolo ci occupiamo solo della parte formale del peregrino articolo di Stella: c'è un malcelato e trasudante malanimo, oserei dire un facile populismo e una imperdonabile caduta di stile. Ad un certo punto Stella si lascia scappare dalla penna il termine "sinistrorso". Nulla da dire se usata da Sallusti o da Feltri, ma un grande giornalista che ha sfidato la casta a viso aperto e a rischio di concrete querele, che ha affrontato in modo documentato grandi e controversi temi come l'emigrazione e l'immigrazione, ci si sarebbe aspettati un altro sinonimo per esprimere il medesimo concetto, piuttosto che un termine mutuato dalla meccanica, dalla chimica organica o dal webetismo.
Sinonimi suggeriti:
- sedicenti di sinistra?
- un tempo orientati a sinistra?
- populisti?
- difensori del più vieto lassismo e di fatto contrari agli interessi dei lavoratori più seri?
- o per sbracare, il più becero, ma sempre efficace fancazzisti?
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