Analisi dei
flussi elettorali.
Una recente analisi dei flussi del voto politico del 2013,
effettuata dall'Istituto Cattaneo di Bologna, conferma quanto in modo alquanto
empirico avevo desunto dall'analisi del voto a Mestrino, fornendo, però, solidi elementi sull'andamento del voto per le tre macro aree: nord, zona “rossa”, centro sud.
Vediamo in sintesi i dati forniti.
Ovviamente
il dato più interessante è quello che analizza la provenienza dei voti del M5S
e qui si trovano alcune conferme delle prime analisi e alcune significative
sorprese.
Nelle 4 città del nord analizzate (Torino, Milano, Brescia, Padova) i
tributi più alti al movimento provengono da PD e Lega Nord: a Torino e Brescia
il 30% degli elettori “grillini” (cosiddetti per semplicità) proviene dal PD,
mentre a Milano e a Padova questa percentuale si dimezza. A Padova, in particolare, la metà degli elettori di M5S
viene dalla Lega.
Per quanto riguardo l’apporto degli astenuti alle elezioni precedenti,
molto alto il dato di Torino e Milano, quasi insignificante nelle altre due
città prese in esame.
Nelle città della zona rossa, l’apporto del PD è ancora più elevato:
oltre il 50% dei voti grillini proviene da sinistra.
Tutta un’altra storia nel centro sud: a Roma, Reggio Calabria e
Catania, gli ex PD rappresentano una quota secondaria dell’elettorato grillino,
che attinge in maniera massiccia dal PDL e dall’MPA.
Molto variabile l’afflusso proveniente dal non voto: marginale a Napoli e Reggio Calabria, sino a
un terzo dell’elettorato complessivo di M5S a Roma e Catania.
In tutte le zone, infine, appare
significativo l’apporto dalla sinistra radicale e dall’estrema destra.
To
|
Mi
|
Bs
|
Pd
|
Bo
|
Fi
|
An
|
Roma
|
Na
|
RC
|
Ct
|
|
C sin
|
63,1
|
36,5
|
50,0
|
35,7
|
65,0
|
64,1
|
62,2
|
26,9
|
60,9
|
36,1
|
24,5
|
Centro
|
0,0
|
5,7
|
0,6
|
7,8
|
0,9
|
1,3
|
11,1
|
1,5
|
3,8
|
0,2
|
11,3
|
C dx
|
11,3
|
37,9
|
49,4
|
55,4
|
24,1
|
12,5
|
14,0
|
36,5
|
29,1
|
57,9
|
36,5
|
Astenuti
|
25,6
|
19,9
|
0,0
|
1,1
|
10,0
|
22,1
|
12,7
|
35,1
|
6,2
|
5,8
|
27,7
|
tot
|
100
|
100
|
100
|
100
|
100
|
100
|
100
|
100
|
100
|
100
|
100
|
Provenienza dei voti M5S
In sintesi: gli elementi di
analisi del voto mettono in luce due aspetti contraddittori del voto a M5S: da
una parte l’aspetto positivo, relativo alla rimotivazione di elettori prima
astenuti; ma questo dato è significativo solo a Roma, Catania, Torino, Firenze
e Milano, mentre a Brescia, Padova, Reggio Calabria e Napoli il fenomeno è
trascurabile.
Dall’altra parte, l’aspetto
negativo, consistente nell’aver coagulato in un calderone indistinto non solo
il voto di destra e di sinistra, ma anche il voto di protesta, dalla Lega, dalla
sinistra radicale e dall’estrema destra, con la conseguente possibile paralisi
decisionale nel momento in cui il movimento dovrà affrontare scelte concrete
alla quali sinora si è in larga parte sottratto e nel momento in cui dovrà
rendere conto dei risultati ai suoi elettori, che legittimamente hanno
aspettative molto diversificate. Se si guarda alla provenienza dei voti e alle
esperienze pregresse dei candidati e degli eletti, Grillo ha ragione da vendere quando “dice” che
il movimento non è di destra, né di sinistra; ma ancora nessuno sa cosa sia, se
non in termini generici, embrionali, talvolta misteriosi e perciò stesso
inquietanti.
Un ulteriore interrogativo al
quale risponde l’analisi del Cattaneo è quello della sorte dei voti in libera uscita
dal PDL, che è utile ricordare, sono stati 6,3 milioni! Sembra che al Nord siano confluiti su Monti, mentre
al sud si sono rintanati nell’astensionismo.
Infine Monti: il contributo dei
berlusconiani pentiti è maggioritario, mentre è infimo l’apporto dei liberal
del PD.
Fonte dei dati: Istituto
Cattaneo.
Per i dettagli dei flussi, città per città, vedi: www.cattaneo.org
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