Ma quello è sangue nostro?
Se la società va in una direzione la scuola ha il dovere di andare dall'altra (A. Solero)
Negli stessi giorni in cui Bruno Vespa ospitava nel suo osceno salotto il
figlio di Totò Riina, condannato nel 2004 anche come mandante della strage di
Pizzolungo, l’Associazione Storia e Vita, oltre a Giovanni Impastato ( vedi qui ) ospitava presso l’Istituto
Scalcerle di Padova Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella di
Giuseppe e Salvatore Asta.
Margherita in quel tragico 2 aprile del 1985, non tollerando i ritardi e i capricci dei fratellini Giuseppe e Salvatore, decide di farsi accompagnare a scuola dalla madre di un’amica: alla prima ora ha una verifica importante e non può tardare. La madre Barbara esce qualche minuto dopo con i due gemellini. Ad una curva viene sorpassata da un’auto blindata, su cui viaggia il giudice Carlo Palermo. In quel preciso istante una terza auto, parcheggiata sul ciglio destro della strada esplode, facendo scomparire nel nulla i corpi di tre vittime innocenti. Il giudice Palermo esce quasi illeso dall'attentato: si era dovuto sedere a sinistra dell’auto blindata, perché lo sportello di destra, dove era abituato a salire, in quei giorni aveva la sicura bloccata e non c’erano i mezzi per ripararla.
Questo è l’inizio della storia che Margherita Asta, splendida siciliana che vive adesso a Parma, racconta nel suo libro, intitolato “Sola con te in un futuro aprile”, assieme alla giornalista free lance Michela Gargiulo.
Margherita lo ha scritto per tenere uniti i cocci della
sua vita, Michela ha aggiunto di suo una lucida ricostruzione storica e
giudiziaria delle vicende legate alle inchieste del giudice Palermo partite da
Trento e approdate in Sicilia.
Il dramma
umano del giudice Palermo, sopravvissuto alla strage e mai ripresosi si intreccia nel libro, che si legge con commozione e tutto d’un fiato, alle vicende di Margherita e della sua famiglia.
Apprezzatissima Margherita da una platea fittissima di
studenti, che avevano scelto volontariamente la sua conferenza, durante un
giorno di sospensione delle lezioni ordinarie. Commozione, domande, empatia e una grande umanità che dopo quattro ore di incontro nessuno avrebbe voluto
interrompere.
Apprezzata moltissimo anche Michela Gargiulo, per la
sua lucida e avvincente ricostruzione delle vicende della mafia siciliana
e dell’Italia di questi ultimi trentanni. Una vera lezione di giornalismo,
agli antipodi di un Vespa, da sempre lacchè di ogni potere e adesso divenuto anche, consapevolmente o meno, megafono della mafia.
Paolo Menallo e T. Rescio
Per approfondire
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