"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento,
perché rubacchiavano.
Poi vennero a
prendere gli ebrei
e stetti zitto,
perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a
prendere gli omosessuali,
e fui sollevato,
perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a
prendere i comunisti,
e io non dissi
niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a
prendere me,
e non c’era rimasto
nessuno a protestare."
Niente di più adeguato per questa giornata della classica citazione di
Brecht. La necessità di una continua “manutenzione” della coscienza civile non
è mai stata così impellente come in questi tempi di superficialità,
disinteresse alla politica, oblio del bene comune, slogan gridati, raccolti
superficialmente da facebook e rilanciati nel web, cliccati da centinaia di
“amici”, che non si curano talvolta di verificarne la provenienza e la
veridicità.
Si, in effetti, il rito quotidiano della visita di quello smisurato bar
Sport che è facebook induce al
pessimismo: amici di “orientamento cattolico”, persone attive e impegnate nel
volontariato rilanciano i più biechi slogan fascisti e leghisti sugli stranieri.
L’illusione che noi (italiani) siamo diversi, che siamo buoni e tolleranti
e che quindi da noi “non può succedere” si scontra con la realtà dei fati
storici e con la realtà dei fatti di ogni giorno ai quali molti assistono
passivamente, ritenendoli elementi al massimo folkloristici o esagerazioni di
pochi esaltati.
L’ignoranza della storia, della nostra storia recente, è abissale: quanti
sanno delle violenze fasciste a Trieste contro la maggioranza slovena,
dell’incendio della casa della cultura e del teatro sloveno del 1920? Quanti
sanno della proibizione di parlare in sloveno e croato, dei cognomi e dei nomi
italianizzati all’anagrafe, dei campi di sterminio in Friuli, dei campi di
concentramento per sloveni nelle caserme di Chiesanuova? Ovviamente tutto
questo nulla toglie alla altrettanto tragica realtà delle foibe, ma nulla va
tolto dal piatto dei fatti storici.
Quanti sanno dei 90 ebrei padovani denunciati dai loro concittadini, catturati
da italianissimi carabinieri, rinchiusi a villa Venier a Vò e poi avviati ad
Auschwitz? Quanti sanno delle stragi coloniali perpetrate dal generale Graziani
in Abissinia? Quanti sanno della vita di stenti condotta dai migranti regolari
e irregolari? Quanti, insospettabili, ritengono che i Rom e i Sinti, delinquono
perché è scritto nel loro DNA e non a causa della miseria e dell’emarginazione?
Quanti usano disinvoltamente parole come “moreto”, “zingaro”, “ebreo”,
“terrone”, inconsapevoli della loro micidiale e incontrollabile carica
razzista, preludio sommesso di ogni male, di ogni ingiustizia, e poi,
inevitabilmente, di ogni atrocità.
Ecco, quindi, la necessità della manutenzione culturale e sociale delle
coscienze, della rinascita civile ed etica dei singoli e dell’intera comunità.
Sicuramente hanno lasciato una
traccia di vergogna e gettato semi avvelenati e pericolosi i venti anni di
sdoganamento del fascismo, i venti anni di razzismo leghista, per altro
sfruttato ad arte da pochi “capi” che alimentano legittime paure del popolo,
per mettere le mani sulle amministrazioni, sulle fondazioni, sulle banche sulle
ULS e per altri vizi più personali e meno confessabili; e ancora peggio hanno
fatto i venti anni di berlusconismo amorale, i venti anni di favolette e di
incultura, di servi sciocchi, di servette (la Mussolini le definisce vaiasse) ben
dotate, salite in parlamento. Come conclusione, lo sdoganamento di Casa Pound
da parte di un illuminato modernista come Grillo getta nello sconforto più
assoluto.